File nei negozi e traffico, oggi Comitato in prefettura per evitare l’assalto al centro
Obiettivo: niente più fine settimana da incubo
Lunghe code all’ingresso dei negozi. Tutti in fila per consumare ai tavolini di bar e ristoranti. Dehors presi d’assalto. Traffico in tilt per le strade del centro. E, come se non bastasse, negli assembramenti c’è stato chi non ha indossato la mascherina. Per niente o lasciando bocca o naso scoperti che sono le porte d’ingresso del coronavirus. Ce n’è abbastanza per archiviare con preoccupazione un altro fine settimana da «bollino rosso» o forse «nero» come quello appena trascorso a Torino ma più in generale in tutte le città del Piemonte. Che fare allora? Oggi il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica si riunisce a mezzogiorno in prefettura. Proprio dal palazzo di Governo era partito il primo appello del prefetto Claudio Palomba alla vigilia di un temutissimo fine settimana di shopping natalizio, il primo in «zona gialla». Particolare non trascurabile, visto che da molti è stato inteso come una sorta di «liberi tutti». All’appello di Palomba aveva fatto seguito nel giro di poche ore quello del governatore Alberto Cirio. Felice per la ripresa della vita nelle città ma anche attento a sottolineare un senso di responsabilità che la «zona gialla» non avrebbe dovuto mandare in soffitta come se il Covid-19 fosse sparito insieme ai colori «rosso» e «arancione». Cirio aveva posto l’accento anche sulla «sabaudità», caratteristica che avrebbe dovuto ispirare il rispetto delle regole. Tutti appelli caduti nel vuoto. Le immagini della folla (follia) sono lì a dimostrarlo. Come evitare altri fine settimana da «bollino rosso»? Il Comitato farà la sua parte ma si attendono anche disposizioni che sono in arrivo da Roma. In pratica: la stretta locale potrebbe trovare ispirazione nelle decisioni del governo Conte in tema di sicurezza alla vigilia del Natale. Perché più si avvicinano le feste e maggiore è il rischio che file nei negozi, traffico e pericoli per la salute aumentino. Sulla nuova possibile stretta le categorie commerciali hanno già fatto sentire la loro voce. Una levata di scudi contro nuovi blocchi. Perché la chiusura totale significherebbe altri danni. Ma anche lo «stopand-go» commercialmente si tradurrebbe in ulteriori perdite. Basti pensare agli ordini già partiti perché la «zona gialla» avrebbe dovuto garantire una parziale ripresa delle attività. Non con orario pieno, certo, ma in qualche modo tirare su la serranda avrebbe significato ripartire. Sarà così?