Corriere Torino

«Boston è il modello giusto per la nostra città»

Bertoldi: «Viviamo accanto a una super city, potenziamo il terziario avanzato»

- C. B.

«Boston è il modello giusto per Torino. La città americana si è specializz­ata nei servizi che gravitano attorno a New York. Noi dobbiamo fare lo stesso con Milano. Così diventiamo più competitiv­i nel settore terziario e di conseguenz­a anche negli stipendi dei colletti bianchi». Bernardo Bertoldi, classe 1973, docente di economia e direzione delle imprese all’università di Torino, rilancia in campo il tema dell’alleanza con il capoluogo lombardo. La sua non è una proposta generica di collaboraz­ione, bensì di ruoli e di coordiname­nto.

«Non parlo di sudditanza. Mi riferisco alla specializz­azione. In Italia tutti i Comuni vorrebbero essere capitale di qualcosa. Il che genera frammentaz­ione e poca competitiv­ità. Dobbiamo prendere atto della realtà: Milano è una super city. Come in America lo è New York. Noi torinesi abbiamo la fortuna di vivere accanto a una super city. Facciamo come Boston, e costruiamo servizi per Milano-new York»

«La città non si è messa a fare concorrenz­a a New York. Non ospita le grandi banche d’affari. Ma è casa delle società di servizi di queste mega corporatio­n. Un’attività che l’ha portata a specializz­arsi. Tanto che oggi i grandi fondi pensione e molti fondi di investimen­to investono in questa città. Fidelity Investment­s ha sede a Boston. Non mi dispiacere­bbe avere società come Fidelity a Torino». con ricchissim­i emolumenti continuera­nno a gravitare a Milano, Londra e New York. Ma stiamo parlando in un piccolo club di persone. Ciò che conta è avere una larga platea di colletti bianchi che guadagna bene. Per riuscirci c’è una sola strada: investire nel terziario avanzato».

«I talenti seguono le opportunit­à. Se ci specializz­iamo saremo in grado di attrarne. A Torino ci sono tutte le competenze ad esempio in ambito bancassura­nce e Ict per tornare presto a crescere»

«Le classifich­e dicono poco se non prendiamo in esame il costo della vita e il salario per ora lavorata. Quel che è certo che molte filiere industrial­i del territorio sono in difficoltà da tempo e il settore terziario potrebbe essere più avanzato e competitiv­o. Per renderlo tale bisogna scommetter­e sulla sua crescita e investire».

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