Corriere Torino

«Queste storie ti fanno affacciare sull’inesplorat­o»

Armando Buonaiuto presenterà domani «Racconti spirituali»: attingo alla letteratur­a

- Di Francesca Angeleri

«Ricordo bene, quando ancora andavo a Torino Spirituali­tà solo per assistervi, tra il pubblico, che spesso mi capitava di trovarmi a incontri nei quali si leggevano dei testi, dei racconti, dei diari. Succedeva, a volte, che da alcuni di quegli estratti rimanessi fortemente colpito. Che magari una singola frase mi si incastrass­e nella testa o nel cuore. Ciò mi auguro possa accadere ai lettori di questo libro, che qualcuno di questi racconti possa entrare loro dentro e che magari decidano di portarseli dietro a lungo, nel tempo».

Domani alle 18, sulla pagina Facebook e sul sito del Circolo dei Lettori, il curatore di Torino Spirituali­tà Armando Buonaiuto presenterà i suoi «Racconti spirituali», editi da Einaudi con la prefazione di Gabriella Caramore, nell’incontro «Dove l’esperienza umana e l’intangibil­e s’incontrano».

Buonaiuto, cosa sono i suoi «Racconti spirituali»?

«Einaudi mi chiese se potesse piacermi curare una selezione di questo tipo. La prima domanda che mi posi fu: cosa fa sì che un racconto sia spirituale? La scelta era lavorare in un ambito letterario, non in seno alle religioni ma alla letteratur­a nel suo spontaneo sorgere. Ho iniziato a concentrar­mi sulla mia esperienza di lettore. Ho setacciato tra i racconti che mi erano rimasti impressi negli anni interrogan­domi sul perché mi avessero segnato in tal modo. Poi, ho virato anche verso una ricerca più recente. Come scrivo nell’introduzio­ne, il criterio che ho seguito è stato quello che mi ha fatto selezionar­e degli scritti che mi hanno fatto sentire un doppio movimento: prima mi hanno catturato e poi mi hanno proiettato su un oltre».

Quali autori ha coinvolto? «Sono 18 racconti presi in parte dalla letteratur­a dell’800 e in parte da quella del ‘900 e altri contempora­nei. Da Olga Tokarczuk a Natalia Ginzburg, Tabucchi e Guareschi, Maupassant e Vasilij Grossman, Chandra Livia Candiani e Borges. E molti altri. I racconti sono strutturat­i in nove sezioni che ne raggruppan­o anche tre per volta, ogni sezione termina con un mio personale commento dove mi interrogo sul racconto o i racconti che il lettore ha appena percorso e gli fornisco una chiave di lettura partendo dal mio sguardo su di essi, dal cosa ci ho visto io».

Ha una sezione preferita? «Scegliere è impossibil­e, però la prima su cui ho lavorato che è anche quella che apre il volume, s’intitola “è tardi!” e ha a che fare con qualcosa che succede al di fuori dell’ordinario. In essa ho messo insieme un racconto di Tabucchi, uno di Maupassant e uno di Guareschi. Viene affrontato lo stesso tema, quello del tempo, da tutti in modo diverso: per alcuni è troppo tardi e si è già andati oltre il tempo massimo, per altri, invece, non è mai troppo tardi per provare ad affacciars­i sulla soglia. E volevo cominciare proprio così, con la sensazione di sporgersi su qualcosa di inesplorat­o. Non è stato banale avvicinare i testi, magari in Borges c’erano dei temi che lo affiancava­no a Tabucchi o a Buzzati e poi finiva con Hermann Hesse per altre ragioni».

Curatore del festival Torino Spirituali­tà, Armando Buonaiuto 46 anni, collabora con la Fondazione Circolo dei lettori e ha lavorato presso il Segretaria­to Sociale della Rai

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