Nei quadri di Armando Farina le maschere e la religione del colore
Rimarrà nelle figure aeree delle sue opere, nelle pennellate intinte in nuvole di colore. Si è spento a Torino Armando Farina, classe 1928, salernitano approdato in Piemonte nel 1956. Dalla sua Costiera Amalfitana e dalla Scuola di Posillipo aveva portato con sé le tonalità mediterranee mediate — secondo alcuni critici — dagli sguardi dell’olandese Pitloo, di Giacinto Gigante e Palizzi. Ha dipinto fino alla fine, prima al fianco dell’amica e pittrice Emma Buggia, poi al Convitto Felicità di Savoia, dove era stato amorevolmente accolto. Per lui avevano allestito anche uno studio d’artista dove il collega Domenico Coppola ha continuato a preparargli le tele e pulire i pennelli fino all’ultimo tocco. Il primo quasi un secolo fa. Nel dopoguerra, quando completò i suoi studi iniziati a Cava de’ Tirreni, la pittura italiana era in profonda trasformazione. Ed è «su al Nord» che Farina impasta il suo sguardo con i riverberi della cultura europea: dal post-impressionismo all’astrattismo, all’informale. Tutto, come sempre, era partito dall’arte figurativa, palestra di sguardo e allenamento tecnico. Ma è il colore la cifra conoscitiva di questo pittore che per tutta la vita ha continuato la sua ricerca in modo assoluto, facendo dell’arte un generoso agone esistenziale, a dispetto di fortune e sfortune di mercato, mode vecchie e nuove, fermenti passeggeri, oblii e ritorni, innamoramenti e tradimenti di galleristi. Farina aveva portato con sé dalla Magna Grecia una tavolozza ereditata dalle botteghe di grande tradizione. Con questa, dagli anni Quaranta alla pandemia globale, ha attraversando due secoli obbedendo solo alla religione del colore. Prima del ritorno dei Pulcinella contemporanei, Farina aveva dedicato alla maschera della famemiseria una serie di fortunate opere. Tante sono in collezioni italiane ed estere (Stati Uniti, Canada, Australia, Germania, Svizzera e Francia). Ora ha raggiunto la moglie Maria Rosaria Di Donato e la figlia Flaviana tragicamente uccisa da una barca che non aveva rispettato le regole del mare. Lascia il figlio, l’attore Beppe che con Dora Senatore gli ha dato due nipoti, Daniele di sedici anni e Diego di 11.