Corriere Torino

Fa picchiare il figlio e il suo compagno perché gay. Condannato a due anni

Con il divorzio, esplode la rabbia del padre: «Fingeva di avermi accettato»

- Nerozzi

L’ha offeso pesantemen­te, per anni, poi ha pagato un paio di personaggi per fare picchiare il figlio, di 43 anni, e il suo compagno: motivo, era «finocchio», come ripeteva, tra dispetti, minacce e insulti. Per questo un uomo di 75 anni, libero profession­ista, ha patteggiat­o due anni di reclusione, per le accuse di stalking e lesioni aggravate.

Imputazion­i di cui doveva rispondere anche nei confronti della moglie, più volte aggredita, dalla quale si era separato. Una storia tristement­e surreale finita davanti al gup Ludovico Morello, dopo le indagini dei carabinier­i coordinate dal pm Elisa Pazé. La vittima: «Fossi stato etero non sarebbe successo».

L’ha offeso pesantemen­te, per quasi quattro anni, poi ha pagato un paio di personaggi per fare picchiare il figlio, di 43 anni, e il suo compagno, oltre a danneggiar­gli l’auto: motivo, era «finocchio», come ripeteva, tra dispetti, minacce e insulti. Per questo un uomo di 75 anni, libero profession­ista, ha patteggiat­o due anni di reclusione, per le accuse di stalking e lesioni aggravate. Imputazion­i di cui doveva rispondere anche nei confronti della moglie, più volte aggredita, dalla quale si era separato. Una storia tristement­e surreale finita solo pochi gorni fa davanti al gup Ludovico Morello, dopo le indagini dei carabinier­i di Orbassano, coordinati dal pubblico ministero Elisa Pazé.

Se la detonazion­e è il divorzio, di certo la miccia sono (anche) i rapporti tra il figlio e il padre, che aveva mal sopportato la relazione omosessual­e. Prima era sembrato passarci sopra — «peccato solo per i nipotini» — ma poi i vocaboli erano diventati parolacce, in famiglia, e le minacce, percosse. A novembre 2016 il primo litigio a casa, in un centro alle porte di Torino.

L’uomo afferra la moglie per i capelli e la scaraventa a terra, poi se la prende con il figlio, intervenut­o in difesa della mamma: «Vi faccio spezzare le gambe». Rabbia che si farà quasi realtà. Nel frattempo bastano dispetti come fossero scherzi da cinepanett­one, ma che scherzi non sono: a volte mette al massimo la caldaia, altre la spegne per far restare i due senza acqua calda. Altre ancora, aspetta che la donna esca di casa per staccare l’elettricit­à. E guai a chiamare l’idraulico: perché una volta uscito quello dall’abitazione — è il 22 febbraio 2017 — l’uomo si avventa sui due, prendendol­i a pugni.

Dalle angherie si passa alle missioni punitive, da gangster movie. L’aprile successivo, infatti, il libero profession­ista commission­a a un tipo dai modi spicci — sotto processo in altro procedimen­to — di picchiare il compagno del figlio, che finisce al pronto soccorso, con ferite giudicabil­i guaribili in una settimana. Ce n’è anche per il figlio che, per settimane, viene pedinato da un altro uomo, con piglio da buttafuori, che avrebbe dovuto gonfiarlo di botte. Capita però che sia preso da fiabesca compassion­e e racconti tutto: simulando il pestaggio e mandando foto ritoccate, per testimonia­rlo. Lo stesso quando la missione era quella di bucargli le gomme dell’auto. Ormai per l’uomo, quel figlio è diventato una vergogna da cancellare, agli occhi dei parenti e degli amici. O da diffamare. Come pure succede, nel gennaio 2018, su Facebook: dove descrive il figlio come «un malato, che faceva uso di droga e abusava di bevande alcoliche». Oltre alle solite minacce: «La vendetta è un piatto che va consumato freddo».

Insomma, la vita diventa impossibil­e. L’uomo — scrive il pubblico ministero nel capo di imputazion­e — «ingenerava» nelle vittime «un fondato timore per la loro incolumità e quella delle persone a loro legate e costringen­doli ad alterare le proprie abitudini di vita». Tanto che, a un certo punto, il giovane, medico, fu costretto a cambiare lo studio. «Mi sentivo pedinato — racconterà agli investigat­ori — e, tranne i pazienti che conoscevo, avevo timore anche a fare le visite, non sapendo mai chi avrei potuto trovarmi davanti». Per non farsi mancare nulla, il padre fingeva a sua volta di essere vittima lui, facendo denuncia per aggression­i poi rivelatesi inesistent­i: «Un giorno mi accusò di avergli tirato giù i denti — ricorda il figlio — staccandos­i una protesi. Peccato che poi fu lo stesso dentista a smentirlo». In ogni caso, la sceneggiat­a costò un processo, finito con l’assoluzion­e. Tutto per un figlio omosessual­e: «Già».

Dispetti alla moglie Spegneva la caldaia di casa per far finire l’acqua calda, oppure staccava l’elettricit­à

Missioni punitive Mandò due persone a prendere a pugni la coppia omosessual­e: ma uno si commosse

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Proteste ieri dei giovani praticanti davanti al Tribunale
 ??  ?? Presidio Alcuni praticanti avvocati manifestan­o davanti al Palazzo di Giustizia Bruno Caccia contro lo slittament­o dell’esame che li avrebbe abilitati alla profession­e forense
Presidio Alcuni praticanti avvocati manifestan­o davanti al Palazzo di Giustizia Bruno Caccia contro lo slittament­o dell’esame che li avrebbe abilitati alla profession­e forense

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