Alimentagri, il nuovo polo del food rileva Salumi Franchi
L’ad Posa: «Qua c’è tanto potenziale ancora inespresso Puntiamo ai comparti riso, formaggi e panificati»
Un nuovo polo del food che intende valorizzare tutto il potenziale ancora inespresso del Piemonte e vuole farlo ponendosi come soggetto aggregante. È nato pochi mesi fa in sordina Alimentagri, ma si sta già facendo conoscere. A luglio, infatti, ha rilevato da Alessandro Gabetti la storica azienda della Valsesia Salumi Franchi. A guidare la nuova società c’è Antonio Posa, ex ceo di Kellogg’s Italia e Sud Europa ed ex manager di Bonifiche Ferraresi, colosso agroalimentare che guarda con favore al nascituro polo piemontese. In futuro nuove acquisizioni nel comparto riso, caseario e panificazione.
Un nuovo polo del food che intende valorizzare tutto il potenziale ancora inespresso del Piemonte e vuole farlo ponendosi come soggetto aggregante. È nato pochi mesi fa in sordina Alimentagri, ma si sta già facendo conoscere. A luglio, infatti, ha portato a termine — con l’obiettivo di rilanciarla — l’acquisizione di Salumi Franchi, storica azienda della Valsesia specializzata nella lavorazioni delle carni come il celebre salame Ambrogino Cacciatore Dop. Ma segnata da un profondo rosso. Al timone della società nelle vesti di amministratore unico c’è Antonio Posa, 58 anni, ex Procter & Gamble, ex Danone, per otto anni ceo di Kellogg’s in Italia e Sud Europa. E da ultimo, ma soprattutto, ex manager di Bonifiche Ferraresi, il colosso agricolo quotato a Piazza Affari con soci eccellenti come Fondazione Cariplo, Cdp, Sergio Dompè, frantoi Farchioni e la Inalca dei Cremonini. E che ad Alimentagri guarda con simpatia e favore. Così come la Regione Piemonte: «Abbiamo l’obiettivo di attrarre investimenti e per noi questo è un segnale molto positivo», dice l’assessore Andrea Tronzano.
«Vogliamo creare un polo agroalimentare piemontese che presidi cinque importanti filiere: produzione e derivati del riso, salumi, formaggi e panificati», annuncia Posa. Un nuovo imprenditore che si accorge del tesoro nascosto «ai piedi del monte»? In realtà lo dicono anche i numeri di Crea: il valore aggiunto dell’agricoltura piemontese è di poco superiore a 2 miliardi di euro mentre la produzione si aggira intorno ai 3,82 miliardi di euro. Tra i comparti più rilevanti la carne bovina (431 milioni di euro), il vitivinicolo (414 milioni), il lattiero-caseario (341 milioni) e il cerealicolo (377 milioni).
Posa si avvale in questo nuovo investimento dello studio Segre, nome rinomato tra i professionisti sotto la Mole, e attiverà una serie di potenziali investitori man mano che le acquisizioni del suo polo procederanno. Perché quella di
Salumi Franchi è la prima, ma non sarà l’ultima. L’azienda di Borgosesia era in rosso da tempo e aveva smesso di farsi pubblicità. A luglio Posa l’ha rilevata da Alessandro Gabetti, figlio dello scomparso Gianluigi, uomo Fiat. «Abbiamo risanato e bloccato le perdite, dopo undici anni sono state fatte nuove assunzioni e oggi siamo a 40 addetti, nel 2021 comincerà la fase di rilancio». Puntando su nuovi impianti per aumentare la produzione; sulle persone, ovvero affidandosi a manager capaci in fatto di marketing e finanza; su un nuovo rapporto con i canali distributivi della Gdo e su una massiccia campagna pubblicitaria che si attuerà su carta stampata, radio, tv e digitale. «Abbiamo munizioni per 1,5 milioni di euro, poi se dovessimo fare nuove acquisizioni cambieremo lo scenario». L’obiettivo è traguardare Salumi
Franchi dagli attuali 6 milioni di ricavi a 25 nel 2024, anno del centenario, «sarebbe un bel compleanno», ammette Posa, che punta tutto sul legame con il territorio, cioè a valorizzare le eccellenze piemontesi sia in termini di materia prima che prodotto finito. «L’azienda sforna prodotti in linea con la tradizione ecco perché eravamo convinti che il marchio fosse rilanciabile e che si potesse creare una filiera integrata, conditio sine qua non per tutte le categorie su cui andremo a lavorare, come i formaggi». Per questo motivo è stato siglato un accordo con il gruppo Chiola di Cuneo, specializzato nella fornitura di carni di qualità, allevata e macellata in Piemonte. «Un’altra intesa invece è stata firmata con il macello Alpi per avere tutti i prodotti tracciabili».
Difficoltà
L’azienda è stata rilevata da Alessandro Gabetti, figlio dell’ex Fiat Gianluigi