Corriere Torino

«Noi commessi, stretti tra contagi e folla»

Al piano terra positivo in 45 giorni un terzo dei lavoratori L’ad Cocchini: siamo più rigidi delle norme vigenti

- Coccorese

Non compare quasi mai la parola Covid nella chat Whatsapp riservata ai commessi del «piano beauty» della Rinascente. Sarà per esorcizzar­e o, come dicono i più arrabbiati, per nascondere l’incubo contagi tra le fila dei lavoratori della grande boutique del lusso di via Lagrange.

«Ci stiamo ammalando in serie. La ressa per lo shopping ha un costo. E lo stiamo pagando noi». Vogliono rimanere anonimi gli addetti alle vendite di uno dei simboli dello shopping torinese. La paura di perdere l’impiego è l’unica, più grande di quella di risultare positivi. I casi accertati si sono moltiplica­ti col trascorrer­e dei giorni. «Sotto al piano terra, quello dei profumi, la situazione è più complicata», raccontano tra i corridoi della Rinascente. Nel «piano beauty» si sono ammalati il capoarea (tre settimane di quarantena) e diversi dipendenti esterni. Sono i commessi assunti dalle maison per gestire i corner monomarca: la coppia di Dior, uno di Armani, una di Aesop, una di Dolce & Gabbana, una di Olfattorio. Se si aggiunge la commessa dello spazio

Alexander Mcqueen, in isolamento fiduciario, un terzo dei lavoratori di questo settore di Rinascente è stato contagiato dal Covid in un mese e mezzo.

Nel corso delle ultime settimane ci sono stati altri casi. Tutti, anche quello più grave di una commessa del reparto lingerie ricoverata in ospedale, si sono risolti nel migliore dei modi. Ma c’è da riflettere.

«Si possono e si devono migliorare le condizioni di lavoro — spiega Stefania Zullo, Fisascat Cisl —. Rinascente è un gruppo attento a seguire le misure anticontag­io. Ci confronter­emo con loro». All’ingresso, gli steward controllan­o che non si superi la soglia dei 450 clienti all’interno. All’entrata e all’uscita scatta la verifica della temperatur­a. E

ogni lavoratore è munito di mascherina chirurgica (le Ffp2 sono per i «soggetti a rischio») e di disinfetta­nte. Rinascente ha aiutato il Politecnic­o a redigere le regole per la ripartenza. Ma l’incubo positività rimane. «In particolar­e, al piano terra, dove ci sono gli assembrame­nti e i clienti tolgono la mascherina per annusare i test di prova», spiega un commesso. Cosa ci vorrebbe? Le visiere protettive, un’area break più arieggiata (le due a disposizio­ne non lo sono). Ma, prima di tutto, una diversa attenzione da parte dei clienti: «Ti insultano quando chiedi loro di coprire il naso con la mascherina». Domenica,

per un breve periodo, il piano interrato, dedicato all’arredament­o, è stato chiuso. C’era troppa gente vicina. Rinascente impiega 100 persone, ha allungato gli orari di apertura per evitare le code e non ha quasi mai chiuso. Pierluigi Cocchini, l’ad del gruppo, dichiara: «Da maggio abbiamo con assiduità mantenuto attive tutte le misure di sicurezza. Siamo ancor più rigidi nel rispetto delle normative vigenti in merito alle capienze e al distanziam­ento sociale. Per affrontare i flussi natalizi abbiamo rafforzato la vigilanza all’esterno per il controllo delle code».

I clienti

«Molti ti insultano quando chiedi loro di coprire il naso con la mascherina»

L’azienda

«Per affrontare i flussi natalizi abbiamo rafforzato la vigilanza all’esterno»

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Assembrame­nto Anche sabato e domenica scorsi si è formata una lunga coda di clienti davanti al punto vendita di Rinascente

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