Ecco «Natale sicuro», il piano della Regione per chi ha più di 65 anni
Sono 600 mila i piemontesi che hanno raggiunto l’età a rischio Alle patologie accertate si aggiunge il timore del coronavirus
Icirca 600 mila piemontesi over 65 e con almeno una patologia cronica troveranno sotto l’albero anche un dono della Regione. È il «pacchetto Natale sicuro», così lo chiama l’assessore alla ricerca Covid, Matteo Marnati. Un’iniziativa che vuole regalare feste più serene a chi ha superato i 65 anni di età e deve convivere con diabete, broncopneumopatia, problemi di cuore o neurologici o ancora un tumore o altre malattie: chiunque abbia queste caratteristiche e la paura di essere entrato in contatto con un caso sospetto o confermato di Covid o ne avverta i sintomi potrà chiedere al medico di famiglia di effettuare il tampone rapido in uno dei punti allestiti dalla Regione per tutto il periodo di Natale. Le date, ancora da confermare, potrebbero essere 21 dicembre-10 gennaio.
«In questo modo — spiega Marnati — potrà evitare di rivolgersi ai servizi a pagamento, offerti da farmacie o centri clinici privati». Dove il tampone costa come minimo trenta euro. L’iniziativa non ha una valenza epidemiologica. «Vogliamo usare massima cautela con i cittadini più a rischio, per evitare conseguenze gravi in caso di contagio», spiega Pietro Presti, consulente della
Regione ed esperto di innovazione in sanità. In Piemonte gli over 65 sono un quarto della popolazione totale. Se ne contano circa 1.100.000 e, come spiega la Regione, quasi la metà di loro ha almeno una patologia cronica, altri anche di più. In questa seconda ondata, il Covid ha raggiunto il tasso di incidenza massima proprio nella fascia d’età 6584 anni che, come racconta l’infettivologo Giovanni Di Perri, è anche quella in cui si verificano più decessi, il cui numero nella Regione è ancora molto alto. Di qui la scelta di intervenire. «Si tratta di un modo per rassicurare tutti quei cittadini che, il giorno della vigilia o a Natale, incontrano più persone, di cui non si conoscono le vere condizioni di salute, e a cui poi sorge il dubbio di essersi contagiati», commenta ancora Marnati. La richiesta di effettuare il tampone rapido potrà arrivare dai cittadini o dal medico di famiglia, anche in assenza di specifiche situazioni di rischio: è sufficiente che l’assistito abbia le caratteristiche richieste.
Intanto, già da qualche giorno, le Asl piemontesi hanno ricominciato a sottoporre a tampone molecolare anche i contatti asintomatici dei soggetti positivi al coronavirus. Fino a novembre era stato così ma poi, con la curva dei casi in crescita esponenziale, il test era stato limitato ai soli contatti con i sintomi. Ora che le infezioni sono di nuovo diminuite, invece, si torna a esaminare tutti. D’altra parte oggi la Regione può processare anche 100mila tamponi tra laboratori pubblici e privati. E ieri, parlando con le Asl, l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, è stato chiaro: «Il numero dei tamponi da analizzare deve essere adeguato per monitorare la circolazione del virus e prevenire la terza ondata dell’epidemia». Che potrebbe arrivare già a metà gennaio. Perciò la Regione lavora anche a un «pacchetto scuola sicura» in vista del ritorno in classe.