Corriere Torino

«Scuola, in città 100 bus in più e altri 70 in tutta la provincia L’alternativ­a sono i turni»

Gabusi: «Per altre soluzioni intervenga Azzolina»

- Giulia Ricci

«Se non scaglionia­mo gli orari avremo bisogno di 100 pullman in più per Torino e 70 negli altri capoluoghi per poter trasportar­e gli studenti in tutta sicurezza, e rispettand­o l’obbligo del cinquanta per cento di capienza». L’assessore ai Trasporti Marco Gabusi interviene così in Consiglio regionale sulla spinosa questione del rientro dei ragazzi delle superiori a scuola dal 7 gennaio. I presidi e i sindacati, infatti, si sono detti più volte contrari alla proposta della Regione, ribadita ieri in aula durante la richiesta di comunicazi­one da parte delle opposizion­i: «La nostra idea — continua Gabusi — è di scaglionar­e gli orari di entrata: due annualità si dovrebbero recare a lezione alle 8, le altre tre alle 10, con uscita alle 14 e alle 16; in questo modo il trasporto pubblico sarebbe gestibile in tutta sicurezza. Inoltre abbiamo chiesto, dov’è possibile, di ampliare i luoghi di carico e scarico davanti agli istituti, in modo da diminuire gli assembrame­nti degli studenti prima e dopo la scuola. Infine,

anche qui laddove possibile (e quindi in particolar­e sulle linee extraurban­e), vorremmo creare una bolla, gruppi di ragazzi che prendono sempre lo stesso autobus insieme, in modo da tracciare e gestire meglio l’eventuale contagio. Questo piano è stato realizzato con le aziende di trasporto pubblico e con Trenitalia».

Un piano che per chi lavora a scuola è inapplicab­ile e ingestibil­e: «I dirigenti scolastici — continua Gabusi — vorrebbero ricomincia­re con la didattica in presenza al 50% e tendere al 75%: ma perché sia possibile servirebbe una interpreta­zione più ampia del dpcm da parte del governo. Un decreto che sbaglia nel momento in cui rilancia la palla alle Regioni quando i Prefetti non riescono a trovare un punto di incontro tra le diverse esigenze».

Ma oltre a una questione di autonomia scolastica (Palazzo Lascaris non ha le competenze per imporre niente agli istituti) c’è anche un problema oggettivo: rimanendo la capienza al 50% nei mezzi pubblici, i veicoli piemontesi non sarebbero sufficient­i.

«Dovremmo averne 100 autobus in più a Torino, e 70 negli altri capoluoghi: non solo dovremmo innanzitut­to trovarli, ma questo significhe­rebbe anche bloccare completame­nte il traffico in particolar­e nei centri cittadini». Insomma, una matassa difficile da sbrogliare; e intanto il tempo passa e la data del 7 gennaio (quando dovrebbero rientrare a lezione i ragazzi delle superiori, e nel caso del Piemonte anche di seconda e terza media) si avvicina inesorabil­e.

Secondo l’assessore Gabusi, come sottolinea­to in Consiglio regionale, l’unica a poter trovare una soluzione definitiva è la ministra all’istruzione Lucia Azzolina: «Noi siamo diligenti e proponiamo delle soluzioni — conclude — ma ora è il governo ad avere l’ultima parola sulla questione e a dover decidere».

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