A caccia di fantasmi nella «Torino Diabolika»
Si chiama Daria come Daria Nicolodi, la moglie di Dario Argento — la mamma adorava Profondo Rosso — l’autrice di Torino Diabolika, un volume a cura e con le fotografie di Paolo Ranzani edito dalla casa editrice indipendente Scritturapura. Il sottotitolo è Piccolo atlante dei luoghi arcani e misteriosi e vanta la prefazione del mentalista torinese di fama internazionale Mariano Tomatis e un’altra di Arturo Brachetti. Daria Testoni è nata a Fermo nelle Marche dove, da tre generazioni, la sua famiglia gestisce il negozio di musica Discolandia. «Lo aprì mia nonna. I miei genitori sono modernissimi: a viaggiare e investigare ho imparato da loro. Beniamino Gigli si sedeva fuori dal negozio in piazza a Fermo. Celentano era un amico». Di Torino è innamorata perdutamente, «ho sempre sognato di diventare una moderna Sherazade, investigare e trovare l’incanto. Sono una cantastorie e le storie che ho trovato in questa città meravigliosa sono incredibili. Il libro è frutto di sette anni di instancabili ricerche iniziate dopo il colpo di fulmine che mi colse la prima volta che scesi a Porta Nuova». Venne invitata dall’amico Paolo Ranzani, con cui poi hanno formato una coppia stile X Files andando in giro nei posti che le sono più cari: castelli e ville abbandonate a rischio fantasmi. Su tutti due: Villa Capriglio e il Castello della Rotta a Moncalieri. «Quest’ultimo viene considerato il luogo più infestato d’italia. Pare che una volta l’anno, fantasmi di ogni genere vi si riuniscano. Ci andammo una sera e, nel buio più assoluto e da fuori (è di proprietà privata) scattammo delle fotografie. Solo qualche giorno più tardi, dopo averle sviluppate, abbiamo visto che da una finestra, che era assolutamente buia come il resto del castello dove non c’era nessuno, apparivano dei bagliori. Amo moltissimo anche Villa Capriglio, che abbiamo scandagliato in lungo e in largo evitando solamente i sotterranei. Anche lì, in pellicola, non mancavano segnali di presenze». Fantasmi o lucciole, ognuno ci vede ciò che vuole. I primi cinque anni sono stati pieni di ricerche, investigazioni, interviste, «molto mi ha aiutato il genio di Mariano Tomatis, grande esperto di mentalismo e mesmerismo che ha messo in rete tutto il suo sapere creando la Biblioteca Magica del Popolo». Questo volume è la sua dichiarazione d’amore verso una città che adora e di cui ha trovato l’incanto riassumendo le oltre 200 pagine di appunti raccolti in mille andate e ritorni in treno: «Può aiutare chiunque voglia scoprire la bellezza di Torino guardandola al di là delle apparenze».