Paga per ferire il figlio gay «Tutti complici senza una legge»
Torino Pride: «Ora un passo avanti». La condanna della sindaca
«Serve al più presto una legge che aiuti un cambiamento culturale profondo. Serve che questo cambiamento culturale passi dalle istituzioni, dalla scuola, dalle famiglie. Serve che la condanna verso la violenza di ogni tipo assuma una voce forte da ogni singolo cittadino. Questo odio va sconfitto il prima possibile. Senza nessuna eccezione». Così la sindaca Chiara Appendino commenta su Facebook la vicenda del padre che voleva «punire» il figlio perché omosessuale. «Aveva deciso di rovinargli la vita, facendogli spezzare le mani. Le mani di suo figlio, di professione chirurgo. Il “motivo”? È omosessuale. Succede nel ventunesimo secolo. A Torino - scrive Appendino -. Fortunatamente l’uomo assoldato si è rifiutato di compiere un atto tanto crudele quanto insensato e ha confessato». Il padre - prosegue la prima cittadina – «è stato condannato, ma oggi potremmo essere qui a piangere l’ennesima vittima di omo-lesbo-bi-trans-fobia». Parla di una storia che ha «dell’incredibile», l’assessore ai Diritti Marco Giusta. «È difficile da accettare che oggi, in questa società, ci possano essere ancora delle situazioni del genere. Eppure, è così. Per questo
❞ Appendino Serve una legge che aiuti un cambiamento culturale profondo e serve una condanna forte
abbiamo bisogno di una legge che sostenga un cambiamento culturale, a partire dalle scuole, per costruire un domani libero da tutto questo odio, questa violenza, questa vergogna», sottolinea Giusta. Più tranchant la presidente di Fratelli d’italia Giorgia Meloni: «Che schifo. Come può un uomo compiere un’azione simile? Il mio abbraccio e la mia solidarietà al ragazzo, con l’augurio che possa realizzare il suo progetto di vita. Sarà la migliore risposta a un padre che non è degno di essere definito tale». Per la vicepresidente del Senato Anna Rossomando (Pd) la vicenda «è l’ennesima dimostrazione di quanto lavoro ci sia ancora da fare in Italia sul tema dell’omotransfobia. La lettura semplicistica che vede questo tema come una non priorità viene smentita continuamente da casi di cronaca scioccanti, ecco perché è necessario arrivare al traguardo il prima possibile sul ddl Zan». Sull’aspetto legislativo punta anche il Coordinamento Torino Pride Glbt: «Ogni giorno che passa senza una buona legge contro l’omolesbo-bi-transfobia ci rende complici di storie gravi e agghiaccianti come questa».