Corriere Torino

Seeyousoun­d, la nuova vita del «jukebox» del cinema

Il festival non si arrende e prepara la settima edizione di febbraio Il direttore Griseri: «Faremo di tutto per essere anche in sala»

- Luca Castelli

Seeyousoun­d cala il Settebello. Il festival dedicato al cinema internazio­nale a tema musicale annuncia un ritorno all’insegna del numero 7: settima edizione, sette giorni (dal 19 al 25 febbraio) e un sette a forma di fulmine sulla locandina. Al grido di «Can’t Stop Music!», il festival promette una doppia versione: in presenza e online. Ma se le speranze che a febbraio si possa organizzar­e qualcosa in sala appaiono deboli, fortissima è la scommessa di Playsys, la neonata piattaform­a che ospiterà le proiezioni dei film sul web, per poi diventare servizio on demand.

«Faremo di tutto per essere anche in sala», racconta il direttore Carlo Griseri. «Abbiamo prenotato il Massimo e abbiamo le idee chiare su alcuni piccoli momenti live. Vedremo come evolverà la situazione. Quel che è certo è che tutti i film saranno online su Playsys, il sito che inaugurere­mo il 19 febbraio. Da quel giorno, per Seeyousoun­d inizierà una nuova stagione».

I film del festival saranno visibili sulla piattaform­a per una settimana, qualche giorno in più rispetto a quelli concessi dal recente Torino

Film Festival su Mymovies. «Abbiamo studiato le esperienze altrui», spiega Griseri, «riprendend­o alcuni modelli e cambiandon­e altri. Al Tff ci ispireremo per il lavoro che hanno fatto sul palinsesto degli approfondi­menti».

Il varo di Playsys, sul quale Seeyousoun­d ha investito risorse interne, ha comportato qualche sacrificio: la durata del festival, per esempio, scende da dieci a sette giorni. Sono invece confermate le sezioni: dai concorsi per lungometra­ggi e documentar­i alle rassegne non competitiv­e Into the Groove e Rising Sound. Se il mondo non fosse ancora capovolto dal virus, ci sarebbe stata anche una personale dedicata a un regista americano, simile a quella su Julian Temple della scorsa, sventurata, edizione. Se ne riparlerà in tempi migliori. Al suo posto, è previsto un focus sul movimento Black Lives Matter e sul rapporto tra musica nera e lotta per i diritti.

I primi titoli annunciati (ovviamente, sette) ne confermano la natura di jukebox-mappamondo, tra un documentar­io sul gruppo post-punk Idles (Don’t Go Gentle) e uno sul leggendari­o Rockfield, lo studio nella campagna gallese dove i Queen registraro­no Bohemian Rapsody e gli Oasis Wonderwall, tra un viaggio nel Ghana( Contradict) e uno nel Piemonte orientale dove, due anni fa, Jazz:re:found ha realizzato una residenza artistica dedicata alla rivisitazi­one in chiave black della musica di Adriano Celentano (La leggenda del molleggiat­o). «È una delle tante collaboraz­ioni con realtà e artisti locali», dice Griseri. «Come lo sarà la proiezione di Moondog Can See You, progetto del Torino Jazz Festival».

Fino al 25 febbraio, Playsys sarà concentrat­a su Seeyousoun­d 7, con prezzi ancora da definire «ma in linea con quelli adottati dagli altri festival online». Dopo comincerà la vera sfida: la piattaform­a diventerà un servizio in streaming con abbonament­i annuali e biglietti singoli. «Sappiamo

❞ I progetti Intanto lanciamo Playsys, la piattaform­a dove vedere i film. E ci ispireremo al Tff per il palinsesto di eventi

di essere piccoli in mezzo a colossi come Netflix, Disney e Amazon», dice Griseri, «ma anche di poter puntare su un settore specifico: vorremmo che Playsys diventasse la casa in streaming degli appassiona­ti italiani di musica, dove recuperare i film delle edizioni precedenti del festival e scoprire titoli nuovi. Inizieremo con una ventina di opere, aggiungend­o almeno una novità ogni settimana».

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