Quando l’assemblea si tramutò in teatro
Tutto inizia con un’immagine un po’ sfocata, si vede un ragazzo di spalle con un pennello in mano. Quel giovane ha appena scritto «Assemblea Teatro» su un muro in mattoni rossi di un quartiere periferico. Nasce così l’omonima compagnia teatrale torinese, che da quel giorno realizzerà più di 150 produzioni presentate in 34 paesi del mondo. Anima e motore di quel gruppo teatrale è Renzo Sicco che oggi, all’età di 67 anni, va in pensione. Assemblea Teatro nasce a Torino nel 1967 e sono anni, quelli, di grande fermento. Siamo alla vigilia dell’autunno caldo e in fabbrica, così come nei quartieri, si susseguono le assemblee spontanee. Si rivendica il diritto alla scuola, alla casa, alla riorganizzazione del lavoro. A quel movimento di protesta si unisce anche il teatro. Assemblea Teatro esordisce con l’idea di portare l’arte fuori dai circuiti culturali d’élite. In quegli anni la parola d’ordine è «decentramento». Il teatro non deve essere confinato nelle sale del centro, deve essere accessibile a tutti e per questo bisogna recitare anche nelle strade di periferia. Il nucleo originale di Assemblea Teatro è composto da Luigi Angelillo, attore; Walter Cassani, burattinaio; Lidia Ravera, giornalista, Alfredo Ronchetta, architetto; Alberto Salza, disoccupato; Ferdinanda Vigliani, maestra elementare ed Emanuele Vacchetto, poeta. Tra i primi spettacoli di protesta, che la compagnia mette in scena, c’è una non stop teatrale di trentatré ore consecutive. È un’esibizione contro i manicomi, gli artisti recitano in strada per far vedere che cosa avviene in quelle struttugrazie re, allora chiuse e inaccessibili. Gli attori, vestiti con dei pigiami a righe verticali, portano nei quartieri le camicie di forza e i letti di contenzione. Renzo Sicco non fa ancora parte della compagnia. Ha un suo gruppo col quale, nel 1977, decide di bloccare corso Unione Sovietica, per denunciare con un’esibizione teatrale ciò che avviene all’interno dell’ospizio per anziani indigenti, conosciuto in città come «I poveri vecchi». A seguito di quello spettacolo viene contattato da Assemblea Teatro e si unisce a loro. La storia della compagnia teatrale si intreccia con quella della città. alla collaborazione con le prime giunte di sinistra, inizia l’attività di animazione teatrale nei quartieri. Poi, nel 1979, nasce «In fra li casi…», uno spettacolo teatrale sulla tradizione popolare delle maschere che sarà, per oltre trent’anni, il cavallo di battaglia della compagnia. Ricorda Renzo Sicco: «La nostra idea fu quella di abbinare la pantomima alla forza e all’energia della musica rock. Mettendogli i trampoli, abbiamo trasformato e allungato delle maschere della tradizione, facendole diventare delle figure surreali. Eravamo negli anni di piombo e gli spettacoli in strada li facevano i terroristi con le loro pistole. In città regnava la paura e noi, con quello spettacolo, abbiamo obbligato le persone a guardare in alto, distogliendo lo sguardo da quella visione plumbea». Gli inizi non sono comunque semplici, in una recensione un critico si chiede: «Questo è teatro o ginnastica?». Girando per l’italia avvertono poi il pregiudizio nei confronti di una compagnia teatrale che arrivava dalla “città fabbrica”. E quindi, come capita spesso, il successo giunge prima a livello internazionale. Peter Gabriel scrive in quel periodo le musiche per un loro spettacolo. Negli anni successivi Assemblea Teatro continua a stupire portando i suoi spettacoli in luoghi marginali o insoliti del Piemonte. Nel 1993 realizza uno spettacolo all’interno del Forte di Fenestrelle, che si trova all’epoca in uno stato di abbandono. Dalla cima della montagna si trasferiscono poi nel ventre della terra, portando una rappresentazione in una ex miniera di talco della Val Germanasca. Ricorda Sicco: «Io non ero mai stato un chilometro e mezzo dentro la terra e l’impressione fu grande, perché era una miniera buia e abbandonata. Mi venne così in mente di raccontare in quella pancia della terra l’ultima notte di Giordano Bruno. Volevamo fare dieci spettacoli ma alla fine ne abbiamo fatti più di cento, portando in quel luogo più di seimila persone». Nel Duemila è la volta di un altro spettacolo innovativo, che vuole portare bellezza dove normalmente non arriva. Si chiama «Emmedue», come il nucleo di vecchie case popolari che si affacciano su corso Tazzoli. È una rappresentazione in verticale: gli abitanti di quelle case seduti in cortile e gli attori che recitano affacciati ai balconi. Ricorda Sicco: «Abbiamo chiesto alle persone di offrirci i balconi e le finestre di casa loro che divennero dei palcoscenici dove si esibirono, tra gli altri, Alessandro Bergonzoni e Gad Lerner. Fu un’esperienza straordinaria, la gente andava a lavorare al mattino e ci lasciava le chiavi di casa per fare le prove». Renzo Sicco va in pensione, ma assicura che la sua compagnia teatrale non si ferma: «In questo momento la cultura è importante per la tenuta sociale, perché una comunità ha la necessità di condividere delle emozioni».
Il decentramento Assemblea Teatro esordisce con l’idea di portare l’arte fuori dai circuiti culturali d’élite Assemblea Teatro nasce a Torino nel 1967 Da allora realizzerà più di 150 produzioni presentate in 34 paesi del mondo