Pirlo a -10, la verità in due «gite» a San Siro
Il 6 gennaio contro il Milan, il 17 con l’inter. Lippi sicuro «Tutto è ancora aperto»
La Juventus prepara i botti di inizio anno. Arriva un mese decisivo, in un senso o nell’altro. Gennaio metterà infatti i bianconeri (sesti a -10 dal Milan capolista, ma con una partita in meno, quella con il Napoli) di fronte a tre delle prime quattro forze del campionato. Una bella fetta dello scudetto passa da San Siro, dove mercoledì 6 e domenica 17 la Signora farà visita al Milan e all’inter. Una stecca alla Scala del calcio ridurrebbe a un lumicino le ultime speranze di rimonta tricolore.
«Le due milanesi sono candidate al titolo, se stanno lassù c’è una ragione», ha detto
Marcello Lippi in un’intervista a QS. Poi, in merito alla squadra allenata da Andrea Pirlo suo ex alfiere azzurro ai Mondiali del 2006: «Tutto è ancora aperto. La Juve non è affatto fuori dal discorso scudetto. Tuttavia, se continua a giocare come ha fatto contro la Fiorentina, non ha speranze. Sono sicuro, però, che non farà più figuracce del genere».
Tra i due impegni all’ombra della Madonnina, domenica 10 allo Stadium, ci sarà un’altra sfida in alta quota, contro il Sassuolo ora quarto. Mercoledì 20, invece, andrà in scena la Supercoppa tra i bianconeri e il Napoli sul neutro di Reggio Emilia: un antipasto del recupero della sfida sin qui giocata soltanto nei tribunali sportivi. Ma il primo botto dovrà deflagrare domenica prossima, quando a Torino arriverà l’udinese e i bianconeri dovranno lavare con tre punti l’onta del pesante ko subito contro la Fiorentina nell’ultimo match del 2020.
La Juve è insomma chiamata a essere grande con le grandi, sfatando quel tabù che le ha impedito di battere una delle prime dieci in classifica, compresi il Verona e il Benevento. Corsi, ricorsi e ricordi. Sotto la presidenza di Andrea Agnelli soltanto due Juventus avevano fatto peggio di questa: quella di Del Neri (23 punti) e quella dela stagione 201516 di Allegri (21) a cui però, complice una concorrenza molto meno agguerrita di quella attuale, riuscì la rimonta fino al tricolore. Se per l’assioma di Fabio Paratici «gli scudetti si conquistano vincendo 30 partite», Cristiano Ronaldo e compagni hanno un margine d’errore ridottissimo. In questo caso (molto estremo), con 6 successi all’attivo e 25 partite davanti a sé la Juve potrebbe permettersi di non vincere appena una delle prossime sfide. Se gennaio non è il mese dell’all-in, poco ci manca.