Corriere Torino

E il Comune di Ingria stampa una nuova moneta «Un aiuto alle famiglie»

Per i 45 residenti, buoni spesa a forma di banconote

- Massimilia­no Nerozzi mnerozzi@rcs.it

L’improvvisa­ta Zecca di Ingria, piccolo comune a sessanta chilometri a nord di Torino, è dentro al municipio: una stampante e il timbro a calco, «perché volevamo essere sicuri che nessuno potesse contraffar­le», sorride Andrea Cane, consiglier­e comunale (e regionale) della Lega. Loro sarebbero le banconote in «lira ingriese», la nuova moneta stampata dall’amministra­zione comunale: dei buoni spesa destinati ai 45 residenti del paese. L’equivalent­e di 50 euro a persona, in tre banconote

— due da 20 e una da 10 — che il sindaco, Igor De Santis, ha distribuit­o insieme al panettone, come qui è ormai tradizione. E chi non era a casa, ha poi potuto passare in municipio per ritirare i buoni.

Va da sé, è pure un’operazione di marketing — che tra l’altro nessuno qui nega — ma resta comunque un gesto, apprezzato: «Abbiamo voluto ritagliare delle risorse dal bilancio comunale per restituirl­e ai cittadini in forma di buono spesa — spiega il sindaco — per cercare di essere vicini e uniti in questi giorni in cui

● Ingria, piccolo Comune della Valle Soana alle porte del Parco del Gran Paradiso, ha deciso di «battere moneta» propria per aiutare i residenti. L’idea è del sindaco Igor De Santis lo scenario del vivere in montagna può esser ancora più difficile». Morale: «Un sostegno spendibile in generi alimentari nelle attività commercial­i». Del resto, nel piccolo centro, c’è solo un bar ristorante, che si sta facendo spaccio, ed era ragionevol­e allargare il raggio. Così il consiglier­e Cane, che ha la delega al Commercio, si è girato gli esercizi di tutta la Val Soana, dove i buoni sono validi, facendo firmare l’accordo agli esercenti. Al contrario dei contributi ottenibili in base ai redditi isee — che restano — questi buoni sono andati a tutti i residenti, indistinta­mente: «L’idea era che fosse un modo utile ed immediato per aiutare le famiglie — continua Cane — e magari può essere da spunto per altri piccoli comuni». La maggior parte delle «lire ingriesi» sono state utilizzate per Natale, il resto, sono da ritirare in Comune.

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