E il Comune di Ingria stampa una nuova moneta «Un aiuto alle famiglie»
Per i 45 residenti, buoni spesa a forma di banconote
L’improvvisata Zecca di Ingria, piccolo comune a sessanta chilometri a nord di Torino, è dentro al municipio: una stampante e il timbro a calco, «perché volevamo essere sicuri che nessuno potesse contraffarle», sorride Andrea Cane, consigliere comunale (e regionale) della Lega. Loro sarebbero le banconote in «lira ingriese», la nuova moneta stampata dall’amministrazione comunale: dei buoni spesa destinati ai 45 residenti del paese. L’equivalente di 50 euro a persona, in tre banconote
— due da 20 e una da 10 — che il sindaco, Igor De Santis, ha distribuito insieme al panettone, come qui è ormai tradizione. E chi non era a casa, ha poi potuto passare in municipio per ritirare i buoni.
Va da sé, è pure un’operazione di marketing — che tra l’altro nessuno qui nega — ma resta comunque un gesto, apprezzato: «Abbiamo voluto ritagliare delle risorse dal bilancio comunale per restituirle ai cittadini in forma di buono spesa — spiega il sindaco — per cercare di essere vicini e uniti in questi giorni in cui
● Ingria, piccolo Comune della Valle Soana alle porte del Parco del Gran Paradiso, ha deciso di «battere moneta» propria per aiutare i residenti. L’idea è del sindaco Igor De Santis lo scenario del vivere in montagna può esser ancora più difficile». Morale: «Un sostegno spendibile in generi alimentari nelle attività commerciali». Del resto, nel piccolo centro, c’è solo un bar ristorante, che si sta facendo spaccio, ed era ragionevole allargare il raggio. Così il consigliere Cane, che ha la delega al Commercio, si è girato gli esercizi di tutta la Val Soana, dove i buoni sono validi, facendo firmare l’accordo agli esercenti. Al contrario dei contributi ottenibili in base ai redditi isee — che restano — questi buoni sono andati a tutti i residenti, indistintamente: «L’idea era che fosse un modo utile ed immediato per aiutare le famiglie — continua Cane — e magari può essere da spunto per altri piccoli comuni». La maggior parte delle «lire ingriesi» sono state utilizzate per Natale, il resto, sono da ritirare in Comune.