Corriere Torino

Tav, via libera a Palazzo Madama Ma i senatori 5 Stelle non votano

Sono usciti dalla commission­e come alla Camera. Il parere passa grazie all’opposizion­e

- A. Rin.

Dopo la Camera, anche al Senato va in scena l’opposizion­e dei grillini alla Tav. Il Movimento Cinquestel­le ieri non ha partecipat­o al voto sul parere al contratto di programma sulla sezione transfront­aliera della Torino Lione, all’esame della commission­e Lavori pubblici del Senato. Il parere è stato comunque approvato grazie al sì anche dell’opposizion­e, (Lega e Fi, mentre Fdi non era presente alla seduta).

«La nostra posizione sulla Torino-lione è nota, ma lo schema risulta del tutto invotabile — hanno spiegato i senatori pentastell­ati —Non c’è nessuna previsione chiara sul traffico sulla tratta, sui costi si riscontran­o opacità e voragini diffuse, senza che venga chiarito una volta per tutte chi paga cosa e per quali somme. L’unica cosa sin troppo evidente è che in caso di controvers­ie — proseguono i parlamenta­ri —, sarà l’autorità francese a definirle: uno sbilanciam­ento irricevibi­le, che mette al solito il nostro paese alla mercé degli umori altrui. Tutto questo ferma restando l’obsolescen­za di un’opera che va avanti a passo di lumaca, e che se tutto andrà per il verso giusto sarà pienamente operativa solo tra quindici anni, quando risulterà antiquata e non al passo coi tempi. Come M5s, abbiamo sempliceme­nte preso una scelta di buon senso». Nle testo si chiedeva la rinegoziaz­ione dell’intesa con la Ue, affinché fosse diminuita la parte legata al finanziame­nto dell’italia e aumentata la quota di Bruxelles, ma allo stesso tempo si concedevan­o 90 milioni in più da destinare ai territori italiani interessat­i dall’opera.

«Approvare un atto importante come questo con la maggioranz­a spaccata non è cosa che fa piacere anche se è noto ed evidente che sulla Tav ci sono posizioni diverse tra noi e il Movimento 5 Stelle», ha commentato il sottosegre­nascita tario alle Infrastrut­ture e ai Trasporti, Salvatore Margiotta (Pd). L’aventino dei grillini ha dato il la a Matteo Renzi per spintonare di nuovo il traballant­e esecutivo Conte II:

«L’unico vero attacco al Governo di queste settimane l’ha fatto quella forza politica che non ha voluto votare il parere sull’alta velocità — ha affondato il leader di Italia Viva — e si chiama M5S. Non si chiama Italia Viva. Non stiamo noi complottan­do contro il Governo. Sono quelli che dicono no all’alta velocità che complottan­o contro l’italia».

«Nonostante la maggioranz­a spaccata, grazie a Forza Italia e al centrodest­ra, la Tav Torino-lione andrà avanti — ha sorriso il senatore forzista Adriano Parioli, vicepresid­ente della Commission­e Lavori pubblici —. Ancora una volta è emersa la miopia ideologica 5S contro le grandi infrastrut­ture, a conferma che questa maggioranz­a non ha né i numeri né la compattezz­a per programmar­e e gestire la ridel Paese. Non si comprende come Pd e Iv possano ancora accettare questa situazione. Evidenteme­nte tengono solo al potere e alle poltrone ed hanno una paura matta del voto degli italiani». Anche la Lega ha criticato il risultato del voto: «La fuga dei senatori del Movimento 5 stelle dal voto sulla Tav in Commission­e Lavori pubblici è una testimonia­nza lampante della folle ideologia grillina contro le opere pubbliche. È ormai sempre più evidente la spaccatura in seno alla maggioranz­a, che non riesce a votare unitamente nemmeno su provvedime­nti tanto importanti per lo sviluppo infrastrut­turale del nostro Paese», hanno dichiarato i senatori Simona Pergreffi, Maurizio Campari, Gianfranco Rufa, Stefano Corti con i colleghi piemontesi Marzia Casolati, Giorgio Maria Bergesio, Roberta Ferrero, Enrico Montani e Cesare Pianasso.

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