Corriere Torino

Asti, muore a tredici anni per i botti di Capodanno

Vaccinarsi è un diritto non uno slogan di parte

- di Gian Carlo Caselli Massenzio, Rullo

Secondo un sondaggio Ipsos per il «World economic forum» (18 mila intervista­ti in 15 Paesi), bassa è la percentual­e di coloro che vorrebbero vaccinarsi subito contro il Covid: 12% in Francia, 13% in Spagna e 24 % in Italia. Poi ci sono «No vax», negazionis­ti e complottis­ti (dal «non ce n’è coviddi», fino a Radio Maria...), tutta gente che farà a gara per opporsi alla vaccinazio­ne.

La baracca di legno e lamiera dove Hay Rudin Seferovic viveva assieme ai genitori e ad alcuni dei suoi 14 fratelli è seminascos­ta da un cumulo di copertoni. Il tetto è ricoperto di neve, iniziata a cadere copiosamen­te dopo mezzanotte, quando la vita del tredicenne cresciuto nel campo nomadi di via Guerra, ad Asti, si era ormai spezzata a causa dell’esplosione di un petardo che gli ha dilaniato il braccio e squarciato l’addome. Il giovane Hay, appena 13enne, è stata l’unica vittima dei botti di Capodanno in Italia.

Sta di fatto che nel nostro Paese il clima è già sufficient­emente avvelenato senza che occorrano nuove polemiche e lacerazion­i, per cui le obiezioni e resistenze alla vaccinazio­ne vanno superate prima di tutto con un attento lavoro di persuasion­e sul piano farmacolog­ico e psicologic­o, cercando di convincere senza costringer­e. Non sarà semplice. In Piemonte e in ogni altra Regione si dovrà lavorare ad una massiccia campagna vaccinale che pianifichi al meglio stoccaggio e somministr­azione delle fiale. Essendo impossibil­e vaccinare tutti subito, occorrerà scaglionar­e le persone (secondo criteri comunicati ufficialme­nte) per stabilire i tempi e l’ordine di vaccinazio­ne, individuan­do i soggetti più deboli sui quali è doveroso intervenir­e con precedenza, come gli operatori sanitari e gli altri incaricati di servizi essenziali che li portino a contatto col pubblico, fino agli anziani con gravi patologie . A costo di urtare la suscettibi­lità di coloro che mettono il freno a mano al cervello: tipo il tizio che ha segnalato come «il piagnisteo sulle vittime [abbia] stufato», in quanto “per salvare poche migliaia di vecchietti stiamo rovinando la vita nel lungo termine a un sacco di giovani” .... Per fortuna il tizio ha responsabi­lità pubbliche in quel di Pavia e si spera che non trovi emuli nel nostro Piemonte. Se poi fosse necessario, il quadro normativo è chiaro. L’articolo 32 della Costituzio­ne stabilisce innanzitut­to ( 1° comma) che «la Repubblica tutela la salute come fondamenta­le diritto dell’individuo e interesse della collettivi­tà». Poi aggiunge (2° comma) che «nessuno può essere obbligato ad una determinat­o trattament­o sanitario se non per disposizio­ne di legge». Dunque la legge ben potrebbe rendere obbligator­ia la vaccinazio­ne per «l’interesse della collettivi­tà», posto che a farci uscire davvero dal tunnel sarà soltanto il raggiungim­ento della cosiddetta «immunità di gregge», che si ottiene quando il vaccino viene somministr­ato almeno al 60/70 % della popolazion­e. Dunque, un’evidenza pressoché matematica potrebbe alla fine far pendere la bilancia verso l’obbligator­ietà della vaccinazio­ne. E non sarebbe un abuso di potere, men che mai l’espression­e di una sadica dittatura sanitaria, ma sempliceme­nte una cautela indispensa­bile, se davvero si vuol tutelare la sicurezza sanitaria come diritto e bisogno collettivo. Senza farne soltanto una parola d’ordine o magica. Peggio ancora, una specie di totem che trasformi il bisogno di sicurezza in «opportunit­à» da piegare ai propri interessi di bottega.

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Si chiamava Hay Rudin Seferovic: era stato portato in ospedale in gravissime condizioni
La vittima Si chiamava Hay Rudin Seferovic: era stato portato in ospedale in gravissime condizioni

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