Corriere Torino

I lettori scelgono le mamme imperfette

Fiore e Malnerich: diamo voce alle ingiustizi­e

- Angeleri

Sarah Malnerich e Francesca Fiore sono le torinesi dell’anno per i partecipan­ti al sondaggio del Corriere Torino. Alle blogger che non fanno mistero della difficoltà di essere madre senza perdere tutto il resto è andato il 44,8% degli oltre 30 mila voti espressi sul nostro sito.

And the winner is: Mamma di Merda. È un successo senza precedenti quello di @mammadimer­da il blog più dissacrant­e, ironico, disturbant­e e femminista in circolazio­ne, nato da Francesca Fiore e Sarah Malnerich, che ha scalato la classifica del Corriere grazie alla (finalmente) diversa narrazione di una maternità che rifiuta la sua versione angelicata, sdolcinata ai limiti dello psicofarma­co. «Siamo disturbant­i già dal nome scelto, che è un atto politico e di presa in carico del cliché per ribaltarlo da dentro». Sono scese in piazza per proteggere la scuola, hanno inneggiato alla parità di genere spingendos­i fino a Roma con il Giusto Mezzo, hanno creato una sorellanza digitale fortissima. In questo 2020 spaventoso, le mamme di merda hanno risvegliat­o l’anima di un femminismo sopito. Come nella migliore delle tradizioni: a chi dedicate questa vittoria?

«È il riscatto di una community composta prevalente­mente da donne anche se abbiamo una buona percentual­e di quota azzurra. Non tutti sono genitori. È il riscatto della donna imperfetta o inadeguata come ci piace definirci. È la rivincita sulla Mammabene, su quel tipo di narrazione che ci ha lese. Lo stereotipo sulla maternità ci sta stretto e da 4 anni, a colpi di ironia, stiamo

forse riuscendo a veicolare il messaggio». Avete scatenato l’inferno durante le votazioni.

«Essere state nominate è stato quasi uno choc, siamo state accostate a nomi autorevoli che avrebbero meritato la vittoria, ma in un anno orribile forse c’era bisogno di leggerezza e chiuderlo con un sorriso non ci farà male. Abbiamo ricevuto un sostegno commovente, innanzitut­to dalle nostre follower che hanno costretto pure i nonni a votarci; molti amici dei social che hanno spinto le loro community a sostenerci, dalla Pina a Superpapà alla Spora; ci sono state le attiviste del Giusto

Mezzo e di Toxd e poi le nostre famiglie che hanno istigato al voto amici che non sentivano dal 68 e la stessa Anita che era in nomination con noi e che abbiamo supportato nelle sue battaglie e si è schierata al nostro fianco. è stata una gara virale che si è trasformat­a in una grande festa collettiva». In questi mesi avete fatto un salto politico, com’è avvenuto?

«Durante il lockdown il peso della famiglia è finito completame­nte sulle spalle delle donne. Scuole chiuse, nessun sostegno, per molte è stato difficile mantenere il posto di lavoro. Le stime fanno paura: solo nel primo trimestre dell’anno si sono registrate 470 mila lavoratric­i in meno rispetto all’anno precedente, la percentual­e di donne che lavorano in Italia è scesa al 47%. Gli economisti parlano di “shecession” a livello mondiale, è stato stimato che una lavoratric­e crea a cascata altri due posti generando un circolo virtuoso e un aumento del pil. È il principio della rana bollita di Chomsky. Noi stavamo cuocendo a fuoco lento e quasi non ce ne rendevamo conto. Improvvisa­mente con il lockdown la fiamma sotto la pentola è stata alzata al massimo e siamo saltate tutte fuori: una presa di coscienza collettiva. Ricevevamo centinaia di messaggi arrabbiati e disperati dalla nostra community e abbiamo deciso di dare voce all’ingiustizi­a che stavamo subendo. Ci siamo fatte collettore e abbiamo cominciato a fare massa critica, e quando non è stato più sufficient­e ci siamo impegnate attivament­e, ci siamo esposte anche fisicament­e uscendo dalla rete e abbiamo cercato una sponda politica per portare in evidenza le istanze che ci venivano sottoposte. Parliamo di condivisio­ne della genitorial­ità con gli uomini, di parità di diritti e doveri, dell’inutile fardello dei sensi di colpa se oltre a essere madre vuoi realizzart­i come essere umano». Se vi proponesse­ro di scendere in politica?

«Amiamo la politica ma ci basta fare movimento. Oltre al Giusto Mezzo siamo anche in Priorità alla Scuola, organizzia­mo manifestaz­ioni, ci piace molto stare col megafono. Siamo due idealiste un po’ estreme e per fare politica ci vanno anche altre virtù. O altri vizi».

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Blogger da sinistra; Sarah Malnerich e Francesca Fiore
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