Corriere Torino

I cittadini saranno chiamati a scegliere un nuovo sindaco

- di Gabriele Guccione

Sono già passati (quasi) cinque anni da quella notte quando Chiara Appendino (foto) entrò festante a Palazzo Civico accompagna­ta da una folla grillina urlante: «Onestà, onestà». Il mandato della sindaca è giunto al termine. O meglio: vi giungerà a fine giugno. E dunque Torino si prepara a un 2021 che sarà contraddis­tinto dal lento avviciname­nto all’appuntamen­to con le urne per il rinnovo della carica di primo cittadino. E dalle prospettiv­e che all’indomani del voto si apriranno per la città: chiunque sarà, il prossimo sindaco dovrà fare i conti con la crisi innescata dall’epidemia di coronaviru­s e trovare un nuovo sbocco capace di rimettere sulla scena italiana ed europea il capoluogo del Piemonte. Per la verità, la data delle elezioni non è ancora stata fissata. E nelle ultime settimane in molti si sono convinti di poter scommetter­e su un possibile rinvio delle amministra­tive motivato dell’emergenza sanitaria. Non è dunque improbabil­e che Appendino resti seduta sul suo scranno almeno fino al prossimo autunno, anche se lei stessa ha fatto sapere pochi giorni fa di preferire lasciare il municipio «alla scadenza naturale del mandato». Insomma: sui tempi, si vedrà. Intanto i partiti, a destra come a sinistra (5 Stelle inclusi), discutono, si confrontan­o, e spesso litigano sulle candidatur­e. Ma se il centrodest­ra — nonostante qualche dubbio da parte di chi vorrebbe schierare la deputata azzurra Claudia Porchietto — sembra pronto a convergere in blocco sul civico Paolo Damilano, imprendito­re del vino e delle acque minerali che gode dell’appoggio convinto della Lega, nel centrosini­stra la battaglia sui nomi degli aspiranti successori di Appendino è ancora tutta aperta. Molto dipenderà anche dagli eventuali accordi che i vertici nazionale di Pd e M5S sigleranno in vista di un voto che riguarderà anche Roma e Milano e dunque avrà necessaria­mente ripercussi­oni sull’alleanza di governo gialloross­a. Ma per ora, mentre le primarie sembrano archiviate, sotto la Mole le due principali opzioni si concentran­o sul capo dell’opposizion­e ad Appendino, Stefano Lo Russo, e sul chirurgo mago dei trapianti di fegato, Mauro Salizzoni.

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