I cittadini saranno chiamati a scegliere un nuovo sindaco
Sono già passati (quasi) cinque anni da quella notte quando Chiara Appendino (foto) entrò festante a Palazzo Civico accompagnata da una folla grillina urlante: «Onestà, onestà». Il mandato della sindaca è giunto al termine. O meglio: vi giungerà a fine giugno. E dunque Torino si prepara a un 2021 che sarà contraddistinto dal lento avvicinamento all’appuntamento con le urne per il rinnovo della carica di primo cittadino. E dalle prospettive che all’indomani del voto si apriranno per la città: chiunque sarà, il prossimo sindaco dovrà fare i conti con la crisi innescata dall’epidemia di coronavirus e trovare un nuovo sbocco capace di rimettere sulla scena italiana ed europea il capoluogo del Piemonte. Per la verità, la data delle elezioni non è ancora stata fissata. E nelle ultime settimane in molti si sono convinti di poter scommettere su un possibile rinvio delle amministrative motivato dell’emergenza sanitaria. Non è dunque improbabile che Appendino resti seduta sul suo scranno almeno fino al prossimo autunno, anche se lei stessa ha fatto sapere pochi giorni fa di preferire lasciare il municipio «alla scadenza naturale del mandato». Insomma: sui tempi, si vedrà. Intanto i partiti, a destra come a sinistra (5 Stelle inclusi), discutono, si confrontano, e spesso litigano sulle candidature. Ma se il centrodestra — nonostante qualche dubbio da parte di chi vorrebbe schierare la deputata azzurra Claudia Porchietto — sembra pronto a convergere in blocco sul civico Paolo Damilano, imprenditore del vino e delle acque minerali che gode dell’appoggio convinto della Lega, nel centrosinistra la battaglia sui nomi degli aspiranti successori di Appendino è ancora tutta aperta. Molto dipenderà anche dagli eventuali accordi che i vertici nazionale di Pd e M5S sigleranno in vista di un voto che riguarderà anche Roma e Milano e dunque avrà necessariamente ripercussioni sull’alleanza di governo giallorossa. Ma per ora, mentre le primarie sembrano archiviate, sotto la Mole le due principali opzioni si concentrano sul capo dell’opposizione ad Appendino, Stefano Lo Russo, e sul chirurgo mago dei trapianti di fegato, Mauro Salizzoni.