Pronti a riaprire le porte per non perdere l’identità
Riaprire le porte. È questa la prima, basilare e fondamentale sfida per il mondo della cultura in questo nuovo anno: riaprire le porte al pubblico. Con tutte le cautele del caso, ma riaprirle. Per farlo è necessario però che si prenda atto di una questione tanto scontata quanto, soprattutto negli ultimi mesi, sottovalutata: di arte, musica e teatro questa civiltà fragile ha bisogno oggi più che mai. «La cultura è un ornamento nella buona sorte, ma un rifugio nell’avversa», diceva Aristotele. Qualcuno, ai piani alti dei palazzi romani, sembra essersene dimenticato. Il nuovo lockdown a colori alternati non ha alleviato neppure per un attimo la lunga quarantena di musei, cinema e teatri. E questo nonostante a maggio fosse stato ampiamente dimostrato, grazie all’impegno di tutti (a partire dal pubblico), come la fruizione possa avvenire in assoluta sicurezza. Certo, molto dovrà necessariamente cambiare. Nulla sarà più come prima per chi lavora sul palcoscenico e dietro le quinte: nel 2021 tutti saranno chiamati a rivedere regole e abitudini, a cominciare da un diverso approccio alla stagionalità. Impossibile mantenere la scansione pre-covid (pensiamo ad esempio alle lunghe pause estive nella produzione) e neppure — chissà fino a quando — immaginare una tradizionale programmazione annuale. Qualcuno l’ha già fatto, altri dovranno farlo. Andare avanti di tre mesi in tre mesi, senza fermarsi mai. Non solo incrementando e migliorando l’offerta online — la pandemia ha costretto anche le realtà più ritrose a farsi coraggio e sperimentare esperienze che sicuramente torneranno utili in un futuro di «nuova normalità» —, ma anche facendosi trovare sempre pronti a riaprire sale e biglietterie. La stessa sveltezza che dovranno saper dimostrare le istituzioni, lasciando da parte beghe politiche, bandierine da piantare e polverose versioni da provincia del manuale Cencelli, e puntando invece su idee, capacità, velocità d’esecuzione. Una sfida non da poco. Ma che va necessariamente affrontata. In ballo c’è quanto di più prezioso Torino ha saputo costruire con impegno e fatica nell’ultimo decennio: una nuova identità di città della cultura.