Corriere Torino

Doaa emoziona la notte di Torino «Che gioia dopo l’anno orribile»

È la prima nata. Il neonatolog­o Farina: «C’è un boom di parti, si vede l’effetto del lockdown»

- Lorenza Castagneri

Per Nisham, il 2021, comincia con Doaa. È la sua terza figlia, venuta al mondo sette minuti dopo la mezzanotte del 1° gennaio, all’ospedale Maria Vittoria. La prima nata di quest’anno a Torino. Nisham e sua moglie Mansoury, originari del Marocco, vivono qui dal 2007, eppure integrarsi non è semplice: l’italiano parlato a stento, con uno dei figli maggiori che lo aiuta a raccontare, lo fa intuire subito. E la pandemia ha reso la vita di questa famiglia ancora più complicata. L’arrivo di Doaa, nel primo giorno dell’anno, è una speranza in più per il futuro. «Contentiss­imi, siamo contentiss­imi dopo un anno così», ripete Nisham.

Il secondo nato del 2021, venti minuti più tardi, è Ettore, all’ospedale Mauriziano. Figlio primogenit­o di una coppia, Giovanni e Gianna, di Mappano. Al Sant’anna, invece, bisogna aspettare l’1,27 per dare il benvenuto a due bambine: si chiamano Nicolle, figlia di Veronica e Marco, e Sofia Maria, primogenit­a di Libera e Giulio. Qui, l’ultimo nato era stato Gioele, alle 23.53 del 31 dicembre.

Il suo arrivo conferma ancor di più l’ospedale di via Ventimigli­a come primo centro nascita d’italia. Nel 2020, 6.766 i parti, per 6.972 nati contro i 6.703 parti e 6.900 nalockdown». ti del 2019. «Cresciamo del 5 per cento. Forse un effetto del lockdown sulle nascite c’è stato», si sbilancia Daniele Farina, neonatolog­o e direttore del dipartimen­to Ostetricia e ginecologi­a della Città della Salute. Ripensa ai reparti maternità dell’ospedale strapieni tra novembre e dicembre. A nove mesi esatti dall’inizio del confinamen­to. È difficile dire se davvero non poter uscire di casa abbia inciso sull’aumento delle nascite, per altro in calo costante negli ultimi anni. Ma Farina è rimasto impression­ato dal «boom» di mamme delle ultime settimane. E il collega della direzione sanitaria, Claudio Plazzotta, aggiunge: «Siamo solo al principio del periodo in cui si vedono gli eventuali effetti del Intanto i dati confermano che la crescita c’è stata. Da segnalare anche 190 gravidanze gemellari e ben nove trigemella­ri. Una situazione in controtend­enza rispetto ad altrove per molte ragioni. «Noi spiega Farina - trattiamo tutte le patologie della gravidanza e del bambino, in collaboraz­ione con il Regina Margherita. Si tratta di circa 200 parti all’anno. In più, durante la pandemia, i futuri papà hanno sempre potuto restare accanto alle compagne in travaglio». Per questo e per il fatto che negli altri ospedali c’erano molti reparti Covid, più donne hanno scelto di partorire al Sant’anna. Ma il coronaviru­s è arrivato anche qui. «Abbiamo ricoverato fino a 18 mamme positive in un’area creata ad hoc», spiega Plazzotta. Oggi, le donne presenti sono soltanto tre. Anche il Maria Vittoria si è attrezzato e ieri mattina è nata una bambina da una donna positiva: stanno entrambe bene.

Non è finita. Il Sant’anna ha chiuso, causa Covid, la sua ala a pagamento. Circa 200 donne, quelle ricoverate lì in media ogni anno, avrebbero quindi potuto decidere di partorire in una casa di cura privata. Ma il dato finale delle nascite non ne ha risentito, anzi.

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Sette minuti dopo mezzanotte Doaa è nata all’ospedale Maria Vittoria

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