Corriere Torino

Clemente sul Monviso 407 volte

- Luca Borioni

Scalare montagne. Clemente Berardo lo ha fatto per tutta la vita, in particolar­e è salito e risalito sulla cima del Monviso per ben 407 volte in totale. La prima quando aveva appena 7 anni. L’ultima nello scorso mese di settembre, all’età di 83 anni. È un simbolo del 2020, l’anno che potrebbe essere ricordato proprio come un’infinita e insidiosa salita da superare faticosame­nte. Ma lui, «Mente» per gli amici, la resistenza alla fatica l’ha imparata fin da bambino, lavorando in campagna e arrampican­dosi in montagna attratto dalla neve e dal ghiaccio. Tra i 9 e gli 11 anni è stato pastore assieme allo zio, un reduce dalla Russia. «Avevo due cani e spesso restavo solo con loro a badare al bestiame: così ho imparato a essere paziente». Qualità che ha messo a frutto diventando guida alpina. «Metà vita l’ho dedicata alla montagna, l’altra all’agricoltur­a», ha detto. Ma la molla decisiva è stata quella di poter indicare agli altri una via da seguire, assistendo e insegnando. Azioni che hanno che fare con l’amore. Non a caso si è sposato sulla vetta del Monviso, a quota 3841 metri, in una giornata di cinquant’anni fa che ovviamente considera indimentic­abile.

Clemente è stato per sette anni anche gestore del rifugio «Quintino Sella». Una vita dura ma felice. Dopo l’ultima scalata del Monviso, ha detto: «Credo di aver sempre faticato, però ora basta, le ossa cominciano a farmi male. Nel 2017 avevo smesso di salire in montagna per alcuni problemi di salute. Ma poi ho cominciato a sentirmi meglio e ho scelto di fare un’ultima arrampicat­a per ringraziar­e il Padre eterno. Lassù ci ho lasciato il cuore». Ha ritrovato i segni galli da lui lasciati negli anni per guidare gli alpinisti, aggiunti ai segni rossi – sempre suoi – sbiaditi dal tempo, come i chiodi conficcati per le cordate. Una vita, come un percorso da seguire.

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