Aldo Romanello ha 73 anni e insegna ancora il piacere del «padre dello sci»
La passione per la montagna è qualcosa di connaturato ad alcuni di noi. Da una parte scandisce il tempo, apparentemente sempre uguale, dall’altra stupisce perché nelle mille variabili che regala permette a chi le sa apprezzare di rinnovarla di ora in ora, di situazione in situazione, come fosse sempre una prima volta: «È proprio questo il segreto» racconta Aldo Romanello di Bardonecchia, maestro di sci dall’ormai lontano 1966, 73 anni e una vita trascorsa tra i suoi monti, con mille sfaccettature e sempre il sorriso sulle labbra. «Sarebbe bello vivere ancora cinquant’anni e ogni volta imparare qualcosa di nuovo. Per molti la neve è solo bianca, ma dietro a questo colore ci sono tantissime cose. Occorre avere la sensibilità per apprezzarle, parlo di tecnica sciistica e non solo. Laddove per molti tutto è sempre uguale o quasi per me, e chi come me ama ogni aspetto di questo ambiente, ogni giorno è differente e deve essere completamente reinventato e vissuto».
Nei corsi e ricorsi storici, che anche qui tra le coltri bianche invernali e i pascoli estivi sono una realtà imprescindibile, Aldo Romanello ha raccolto il testimone dal maestro Sergio Belmondo, oggi 93enne, riportando a disciplina praticata e insegnata il telemark: «È il vero padre dello sci perché di qui si sono ramificate tutte le discipline, ovvero il fondo, il salto con gli sci, lo sci alpino. Con il telemark si possono fare tutte. Inoltre è bello e coreografico, addirittura suggestivo se fatto con i vecchi costumi e tanto di gonne lunghe per le donne. A Bardonecchia abbiamo organizzato negli anni molte manifestazioni di questo taglio riscuotendo sempre successo e interesse. Così come abbiamo partecipato per tante stagioni con una nostra delegazione a un evento internazionale di telemark che si svolgeva a Livigno. Una bella occasione per ritrovarci e far festa all’insegna dei veri valori della montagna e dell’amicizia. È stata interrotta ma c’è la volontà di riproporla».
Lo si può anche fare però in chiave moderna: «Certo, con attrezzatura similare a quella del classico sci e la differenza dello scarpone e del tallone libero. Un modo di sciare più controllato rispetto a quello tradizionale e con lo sci esterno dominante».
Riservato a pochi eletti oppure no? «In genere si avvicina al telemark chi è già pratico di sci e montagna, nulla si improvvisa ma dalla pratica iniziale spesso si passa ad intensificare le lezioni, sia individuali che di gruppo, e la passione aumenta. Anche i giovani si sono negli anni riavvicinati a questa specialità che era nata in Norvegia per assecondare l’esigenza di spostarsi sulla neve e per un certo periodo di tempo pareva persa. Anche in questo periodo così strano, con gli impianti chiusi, la possibilità di praticarlo esiste. Si sale con le pelli di foca e poi si scende in telemark, sognando, facendosi ammantare dalla natura».
Maestro da sempre, Aldo Romanello da Bardonecchia, non si è mai fatto mancare delle soddisfazioni: «Prima con gli agonisti e con coloro che volevano intraprendere la carriera del maestro di sci. Oggi con una clientela acquisita e di grandi amici. La grande bellezza è poter dire di aver
● Il Telemark è una tecnica sciistica detta anche «sci a tallone libero».
● La tecnica fu inventata a metà dell’ottocento da Sondre Norheim, uno sciatore della ex contea norvegese di Telemark
● L’invenzione del telemark è considerata l’inizio dello sci come sport. Con questa tecnica avvennero le prime gare di sci nel 1843 a Tromsø (Norvegia). conosciuto con questo lavoro tante persone, italiane e straniere, ed aver creato rapporti che ormai superano anche i 30-40 anni. Stima reciproca e condivisione nel nome della comunicazione speciale che solo tale ambiente sa creare».
Uomo di montagna a tutto tondo, Romanello accoglie i suoi amici anche in cima ai monti, al Bar Punta Colomion, dal 1982: «Ora è chiuso e attendiamo le aperture promesse, si spera dal 7 gennaio. A regime cucina tradizionale, polenta, zuppe, uova e bacon, cene in quota con discese in fiaccolata per i più abili. Gli altri possono raggiungerci con un servizio apposito di gatti della neve della Colomion. Lo sci è cambiato molto in questi anni, seguendo le evoluzioni dell’attrezzatura, ma certe cose mantengono il sapore di un tempo».