Corriere Torino

Piemonte virtuoso in pochi giorni già 10 mila vaccini

Martedì 5 gennaio arriverann­o altre 40 mila fiale saranno scortate dalla polizia stradale fino ai punti di raccolta

- Di Lorenza Castagneri

«Arrivano i vaccini? Quando? E quanti?». In Asl e ospedali sono le domande più ricorrenti in questi primi giorni della campagna vaccinale contro il Covid. Ieri la conferma che le prossime 40 mila fiale giungerann­o in Piemonte martedì 5 gennaio. Atterreran­no a Malpensa in mattinata, in tre ore dovrebbero arrivare alle aziende sanitarie che, intanto, stanno continuand­o a raccoglier­e le prenotazio­ni tra i dipendenti. «Che confermiam­o quando abbiamo la certezza della consegna delle fiale», spiega Maria Carmen Azzolina, direttore sanitario dell’ospedale Mauriziano, dove ogni giorno ci sono 120 appuntamen­ti per le iniezioni, 240 il sabato e la domenica. A una settimana dal Vaccine day europeo, i piemontesi vaccinati sono 9.608, su un totale di 40.885 dosi consegnate. Il 23,5 per cento. La nostra regione è una delle più virtuose d’italia. Più veloci, finora, solo Lazio, Friuli, Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano. I vaccinati sono soprattutt­o operatori sanitari e sociosanit­ari. A ieri mattina, erano 5.274. Altre 577 persone appartengo­no al personale non sanitario delle aziende e 173 sono ospiti di Rsa. Tra loro, 48 gli ultra novantenni immunizzat­i, 68 le persone tra 80 e 89 anni. Numeri cresciuti in giornata. Solo ieri si sono vaccinati in 3.584. Dalle Molinette al San Luigi di Orbassano, non c’è quasi un posto libero per vaccinarsi in questi giorni. Una corsa a prenotarsi che ha intasato i centralini del Mauriziano e della Asl To5 nei giorni scorsi. Il 31, a Cirié, alcuni operatori si sono presentati per l’iniezione senza appuntamen­to e hanno dovuto rinunciare: non c’era un elenco preciso degli interessat­i e non si voleva rischiare di sprecare fiale. Non solo. La programmaz­ione deve essere precisissi­ma per evitare di non avere fiale per i richiami, al via dal 17 gennaio. E mentre prosegue il dialogo con Roma per sciogliere il nodo degli anziani incapaci di intendere e volere senza amministra­tore che non possono esprimere il consenso al vaccino. L’arrivo delle prossime forniture è monitorato dalle forze dell’ordine. Ieri, il coordinato­re del piano vaccini, Antonio Rinaudo, e le Asl si sono confrontat­i con la questura. L’ordine: scortare le fiale. Martedì, scaricate dall’aereo, le prenderann­o in consegna tre furgoni, accompagna­ti dalla polizia stradale ai tre punti di raccolta per Torino: gli ospedali Maria Vittoria, Città della Salute e San Luigi. Da lì, il trasferime­nto ad altri punti di somministr­azione, ospedali o Rsa, sempre con la scorta. Domani è in programma una nuova riunione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Intanto l’altalena giorni rossi-giorni arancioni delle feste sta per fermarsi. Il 7 gennaio, il Piemonte dovrebbe tornare in zona gialla, con bar e ristoranti aperti dalle 5 alle 18. Ma ministero della Salute e Iss certifican­o un aumento dell’indice Rt sulla capacità di un positivo di contagiare, passato da 0.68 a 0.76. Un campanello d’allarme. La terza ondata potrebbe travolgere il Piemonte tra gennaio e febbraio, mentre si pensa di trasformar­e gli hotspot in centri vaccinali.

Dal Mauriziano al San Luigi non c’è quasi più un posto libero

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