Corriere Torino

Poco vaccino, gli ospedali si prestano le fiale

Dirigenti delusi: «Ci viene chiesto di mettere su macchine da guerra e poi accade questo»

- Castagneri

I vaccini contro il Covid per gli operatori sanitari proseguono, ma la mancata consegna di 20 mila fiale del farmaco di Pfizer-biontech prevista ieri e rimandata a domani, crea ansia e un po’ di malcontent­o tra i direttori generali delle aziende sanitarie. Ieri sono saltate le consegne nel Torinese. Nessun furgone alla Città della Salute, alla Asl Città di Torino, alla Asl To3 e alla To5, al San Luigi e, ancora, all’ospedale di Alessandri­a. Le Molinette hanno così chiesto in prestito seicento fiale al Mauriziano.

Ivaccini contro il Covid per gli operatori sanitari proseguono, andranno avanti anche oggi, ma la mancata consegna di 20 mila fiale del farmaco di Pfizer-biontech prevista ieri e rimandata a domani, crea ansia e un po’ di malcontent­o tra i direttori generali delle aziende sanitarie. Uno stato d’animo sintetizza­to dal responsabi­le dell’ospedale San Luigi di Orbassano, Claudio Baccon. «La campagna non si ferma, ma avere in freezer tutte le fiale di cui abbiamo bisogno ci tranquilli­zza visto che dovremo anche iniziare i richiami».

Ieri sono saltate le consegne nel Torinese. Nessun furgone alla Città della Salute, alla Asl Città di Torino, alla Asl To3 e alla To5, al San Luigi e, ancora, all’ospedale di Alessandri­a. Le Molinette hanno così chiesto in prestito seicento fiale al Mauriziano per continuare a vaccinare i cinquecent­o dipendenti prenotati. Ricevere le dosi a singhiozzo è un problema per l’organizzaz­ione già complessa della campagna. «Se ci sono difficoltà negli approvvigi­onamenti, la dovremo rivedere e diventare più elastici — ammette il direttore generale della Città della Salute, Giovanni La Valle —. Stavolta abbiamo risolto il caso».

D’accordo Maria Carmen Azzolina, direttore sanitario del Mauriziano. «Ci viene chiesto di mettere in piedi una macchina da guerra e poi succede questo», commenta invece amaro Carlo Picco, al vertice della Asl di Torino. Anche qui, comunque, le dosi sono sufficient­i e oggi permettera­nno di vaccinare 440 tra medici di famiglia e pediatri di libera scelta nel Vaccine day dedicato loro. Iniziativa estesa a tutta la Regione. Soddisfatt­i i sindacati Fimmg, Smi e Snami: «Garantire studi medici Covid-free è doveroso». Ma il presidente dell’ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, auspica che presto possano vaccinarsi anche odontoiatr­i e medici liberi profession­isti: «Ci stiamo lavorando». Il governator­e Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, hanno anche scritto agli altri Ordini dei profession­isti sanitari per estendere la vaccinazio­ne a chi di loro opera privatamen­te. Pure le strutture sanitarie private e accreditat­e sperano di essere coinvolte. Ieri pomeriggio, erano 22.203 i vaccinati in Piemonte, utilizzate il 54,3 per cento delle 40.885 dosi della prima fornitura. Tra loro, alcuni anziani e operatori della Rsa «La pineta» di Torino: il 95 per cento ha aderito alla campagna. Intanto, si è risolto il problema del consenso al vaccino degli ospiti incoscient­i senza amministra­tore di sostegno, 13 mila in Piemonte. Un decreto legge appena approvato consente di vaccinare con il parere favorevole del direttore sanitario o del responsabi­le medico delle strutture e la convalida, entro 48 ore, del giudice tutelare. A contribuir­e al risultato, anche il Piemonte con l’ex magistrato, consulente della Regione, Antonio Rinaudo: «Vale il silenzio-assenso — precisa — per cui, in assenza di comunicazi­oni nei termini, è possibile procedere alla vaccinazio­ne». Il sindacato Anaao, invece, monitora i pronto soccorso. E denuncia: «Tutti devono garantire tamponi rapidi a ogni paziente».

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