Domani si torna a scuola Superiori il 18 Alunni in piazza
Continua il valzer delle date. Il Piemonte sceglie il rinvio lungo I presidi: tanto vale completare a distanza il primo quadrimestre
La scuola riapre domani. Ma non per tutti. Chi resta a casa, scende in piazza.
Domani ricomincia la scuola. In presenza come previsto dal 7 gennaio per asili, elementari e medie, seconde e terze comprese.
A distanza per le superiori, che torneranno in classe al 50% solo il 18 gennaio «sempre compatibilmente con l’andamento dell’epidemia». Le date sono state stabilite ieri dal presidente della Regione Alberto Cirio, dopo che nella notte il Consiglio dei ministri aveva rinviato a livello nazionale la riapertura delle superiori all’11.
In Piemonte si è invece preferito aspettare una settimana in più. «L’attuale quadro epidemiologico ci impone prudenza, perché la curva del contagio in crescita in molti Paesi europei e in altre regioni italiane ci mette concretamente di fronte al rischio di una terza ondata che dobbiamo fare in modo di contenere — ha spiegato Cirio —. Il Governo, inoltre, ha modificato nella notte i criteri per la definizione delle soglie di rischio, abbassando i valori per il passaggio di colore tra le diverse zone, per cui è fondamentale avere questa settimana di tempo in più per monitorare l’andamento epidemiologico». Intanto la Regione chiederà al Governo di «poter usare le rimanenze delle dosi di vaccino destinate alla prima fase per vaccinare subito anche il personale scolastico, tra le categorie professionali più colpite dal contagio nella seconda ondata che è prioritario tutelare».
L’ordinanza firmata in serata ha messo la parola fine, almeno per il momento, ad un’incertezza durata fino all’ultimo.
E la scelta di mantenere in Dad al 100% le superiori trova concorde anche la maggioranza dei presidi torinesi, ormai rassegnati. Molti di loro si erano già espressi in questo senso nelle scorse settimane, per evitare un rientro a ridosso delle festività natalizie a rischio contagio.
Ieri sono stati convocati in Conferenza di servizio, nessuno ha sollevato particolari obiezioni. Sembra che nemmeno le famiglie stiano premendo per tornare in presenza. «Tutti vogliamo riaprire le nostre scuole, sia chiaro — precisa Antonio De Nicola, preside del professionale Bosso Monti e presidente Anp Torino —. Ma con un minimo di certezza di non andare a sbattere contro un muro e richiudere subito dopo». Il piano operativo per la riapertura delle superiori nella Città metropolitana è in dirittura d’arrivo, basato sul ritorno in classe al 50% con un turno unico di ingresso.
Le corse dei pullman verranno aumentate, ci saranno controlli anti assembramento davanti alle scuole e alle fermate. L’ipotesi di alzare la frequenza al 75% con i doppi turni rimane solo sulla carta, per il momento rinviata a data da destinarsi.
«Tanto vale chiudere il primo quadrimestre con la Dad, poi vedremo — commenta Tommaso De Luca, preside dell’avogadro, che vorrebbe vedere vaccinati i giovani per primi —. I problemi verranno dopo, per il probabile protrarsi della frequenza al 50%, l’anno sta assumendo lo stesso aspetto di quello passato».
Una prospettiva a cui si oppone il movimento Priorità alla Scuola, che ha già indetto un presidio per domani in piazza Castello a fianco degli studenti e una manifestazione per sabato. «È quasi un anno che le superiori sono in Dad e nessuno è stato capace di trovare una soluzione o di fare scelte politiche diverse e coraggiose», sottolinea il movimento.
«Si stanno facendo pagare agli studenti le inefficienze del Governo e della Regione sui trasporti e il tracciamento, risultato del tutto inefficace in autunno. Piuttosto avrebbero dovuto chiudere negozi e centri commerciali: basta vedere la folla che c’era all’ikea lunedì».