«La retta del Conservatorio è troppo alta»
Cento allievi scrivono al Cda: la Consulta non ci ascolta. Pennarola: pronti al dialogo
Progressività ed equità. Sono i punti principali della protesta di 97 studenti del Conservatorio di Torino, su circa 800 iscritti. Per arginare gli effetti della pandemia, il Miur aveva già elevato a 20 mila euro di Isee, la scorsa estate, l’esenzione totale (prima il limite era 13mila), imponendo riduzioni nella fascia fra i 20 e i 30 mila. L’ente torinese, qui, ha ridotto la retta del 50%. Il vero oggetto del contendere riguarda i redditi più alti.
Fino allo scorso anno esistevano diverse fasce fra 30 mila e 80 mila euro annui di Isee (oltre cui si pagava la retta massima), che a fine novembre 2020 sono state accorpate in un’unica fascia da 30 a 44 mila. Così facendo, chi prima aveva diritto a riduzioni ora paga la quota totale.
Il paradosso, sottolineano gli studenti, è lo sconto fatto a tutti di 100 euro l’anno: gli unici ad averne effettivamente beneficiato sono quelli che già pagavano il massimo, gli altri hanno subito aumenti per via della rimozione delle fasce.
C’è poi la questione dei part-time, il cui sconto di 135 euro sulle rette è ritenuto insufficiente. «C’è stata un’assemblea studentesca — spiega Danilo Ionadi, uno dei 97 — in cui chiedevamo il ripristino delle 12 fasce e di calcolare gli aumenti in maniera progressiva, oltre al rinvio della seconda rata di dicembre in attesa del nuovo regolamento. Non siamo stati ascoltati dalla Consulta, quindi ci siamo rivolti al Cda». Mentre ipotizzano un ricorso al Tar, sono stati chiesti i verbali dell’assemblea del 27 novembre, che ha deliberato gli aumenti, e il 31 dicembre alcuni studenti hanno inoltrato una richiesta di accesso agli atti perché i verbali non sono arrivati. «Mi fa molto piacere che gli studenti lottino per far sentire la loro voce — dice il direttore, Francesco Pennarola — e ho chiesto di far incontrare un rappresentante della Consulta e uno del comitato. Non va bene mettere in discussione il ruolo della Consulta, che è titolata a rappresentare le istanze di tutti».
L’ente fa notare che i ristori del Ministero non sarebbero sufficienti a coprire la riduzione delle entrate e si attendono chiarimenti sulla cifra. «Dobbiamo garantire tutti i servizi — aggiunge Pennarola — ma sono state tutelate le fasce più deboli. Gli studenti hanno mal digerito il regolamento pubblicato ad anno iniziato, ma avevamo deciso di aspettare per capire da che parte andare. Il cda è aperto alla mediazione sulla base dei dati».
La riduzione riguarda la terza rata, per la quale, afferma l’ente, servirà l’isee corrente.