«Discopodcast», il juke box del musicteller
Cosa ti lega proprio a quella canzone, quell’artista o quel concerto? Perché per te hanno un significato speciale, unico, ancora potentissimo? Adesso puoi raccontarlo a Federico Sacchi. Attorno al tuo ricordo, il musicteller astigiano potrebbe costruire uno dei capitoli del nuovo progetto Discopodcast.
Artefice di «esperienze d’ascolto» in cui ha ridisegnato le parabole di George Michael e Judy Garland, Stevie Wonder e Syd Barrett, Sacchi racconta che l’idea di Discopodcast nasce dalle chiacchierate con gli spettatori al termine dei suoi show, quando si arrisempre alla fatidica domanda: bello, ma perché non racconti la storia di quest’altro cantante a cui sono molto legato? «Farò proprio questo: fino al 30 gennaio il pubblico potrà inviarmi le sue richieste, io ne sceglierò quattro e su quegli artisti realizzerò altrettanti podcast, trasmessi online tra aprile e maggio». Decisivi nella scelta dei vincitori saranno gli l’aneddoti che accompagneranno le richieste: «Non mi bastano i nomi, voglio i ricordi».
Discopodcast è un’estensione di rediscovery, il contenitore in cui Sacchi raccoglie le narrazioni più ambiziose, crossmediali, alla riscoperta di artisti «dimenticati o mistificati». Memorabili rimangono lo show del 2017 a Le Roi, in cui rispolverò Nino Ferrer con l’ausilio di un guanto hitech Remidi, e le serate dedicate a Mark Hollis dei Talk Talk al Teatro Gobetti nel 2019. Anche in Discopodcast non mancherà l’atmosfera vintage: «in fondo è una nuova versione delle dediche radiofoniche e dei momenti in cui i cantanti di liscio raccoglievano le richieste del pubblico».
Al tempo stesso, il podcast fa parte di TOURDAYS, l’ombrello creativo aperto dal festival Todays per sostenere iniziative musicali all’avanguarva dia, legate al territorio e fuori dai canonici schemi concertodisco-spettacolo. «Siamo in network con gli altri progetti di TOURDAYS, con cui scambieremo connessioni e opportunità», racconta Sacchi. «Per esempio, individueremo quattro band emergenti piemontesi a cui verrà affidata la reinterpretazione di brani degli artisti inclusi nei podcast. Le canzoni saranno registrate nello studio Off the Corner e l’obiettivo è di creare abbinamenti particolari: non cercheremo cover fedeli, ma sorprendenti».
Discopodcast non sarà solo online. Nei piani c’è anche uno spettacolo dal vivo a fine maggio, in cui le storie degli audio-documentari si trasformeranno in un unico racconto «con le band sul palco e, speriamo, tanto pubblico».