Corriere Torino

«Quadruplic­ate le richieste di sostegno»

Rossi, presidente di Ami Piemonte

- Simona De Ciero

Quello appena trascorso «è stato l’anno dell’attentato all’amore, e noi avvocati siamo stati un vero pronto soccorso legale». Così Edoardo Rossi, presidente di Ami Piemonte e Valle d’aosta (associazio­ne avvocati matrimonia­listi italiani) descrive il 2020. Una stagione durante la quale, specie nel primo lockdown, oltre all’emergenza sanitaria sono affiorate diverse altre urgenze, tra cui quella delle crisi familiari appesantit­e da mesi di vita domestica forzata. Nel 2020, infatti, le richieste d’aiuto pervenute al centralino piemontese dell’ami sono quadruplic­ate. «Tra marzo e settembre, il nostro call center ha intercetta­to più di 200 chiamate, a fronte delle sole cinquanta del 2019 – continua Rossi – cifre alte, specie se si considera che, chi si mette in contatto l’associazio­ne, cerca un servizio di pubblica utilità, e non fa parte del target che, invece, chiama direttamen­te un avvocato per avviare un procedimen­to di separazion­e». Famiglie sull’orlo d’una crisi di nervi. O genitori che, negli scorsi mesi, si sono visti negare dall’ex la possibilit­à di vedere i loro figli. «Anche se le limitazion­i agli spostament­i sancite dai D.P.C.M. non hanno negato la possibilit­à di ricongiung­imento tra genitori e figli – va avanti il presidente di Ami Piemonte – abbiamo registrato un forte aumento degli attriti tra coppie separate, rispetto alla gestione dei minori». Secondo Ami, alla fine dell’emergenza sanitaria si registrerà un aumento di separazion­i e di crisi familiari pari al 25%. E la crisi riguarda tutti – conclude Rossi - coppie more uxorio; unioni civili; e matrimoni, dove in un caso su tre, a lasciarsi sono persone con più di sessanta anni d’età e con trent’anni di matrimonio». E anche quelli non hanno i soldi per divorziare.

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