«Quadruplicate le richieste di sostegno»
Rossi, presidente di Ami Piemonte
Quello appena trascorso «è stato l’anno dell’attentato all’amore, e noi avvocati siamo stati un vero pronto soccorso legale». Così Edoardo Rossi, presidente di Ami Piemonte e Valle d’aosta (associazione avvocati matrimonialisti italiani) descrive il 2020. Una stagione durante la quale, specie nel primo lockdown, oltre all’emergenza sanitaria sono affiorate diverse altre urgenze, tra cui quella delle crisi familiari appesantite da mesi di vita domestica forzata. Nel 2020, infatti, le richieste d’aiuto pervenute al centralino piemontese dell’ami sono quadruplicate. «Tra marzo e settembre, il nostro call center ha intercettato più di 200 chiamate, a fronte delle sole cinquanta del 2019 – continua Rossi – cifre alte, specie se si considera che, chi si mette in contatto l’associazione, cerca un servizio di pubblica utilità, e non fa parte del target che, invece, chiama direttamente un avvocato per avviare un procedimento di separazione». Famiglie sull’orlo d’una crisi di nervi. O genitori che, negli scorsi mesi, si sono visti negare dall’ex la possibilità di vedere i loro figli. «Anche se le limitazioni agli spostamenti sancite dai D.P.C.M. non hanno negato la possibilità di ricongiungimento tra genitori e figli – va avanti il presidente di Ami Piemonte – abbiamo registrato un forte aumento degli attriti tra coppie separate, rispetto alla gestione dei minori». Secondo Ami, alla fine dell’emergenza sanitaria si registrerà un aumento di separazioni e di crisi familiari pari al 25%. E la crisi riguarda tutti – conclude Rossi - coppie more uxorio; unioni civili; e matrimoni, dove in un caso su tre, a lasciarsi sono persone con più di sessanta anni d’età e con trent’anni di matrimonio». E anche quelli non hanno i soldi per divorziare.