Corriere Torino

Rt sul filo, ma il virus circola

Oggi la decisione sul colore che la Regione avrà da lunedì. Aumento di contagi dopo le feste

- Castagneri, Ricci

Il Piemonte resta in bilico. Da lunedì saremo in zona gialla o in zona arancione? La risposta arriverà oggi, quando saranno ufficializ­zati i dati dell’ultimo monitoragg­io regionale sull’andamento dell’epidemia. Fare previsioni è complicato, e azzardato. Il valore dell’rt, che indica quante altre persone un positivo al coronaviru­s è in grado di contagiare, è di 0,90 circa. Ciò ci porterebbe in zona gialla, ma sul filo del rasoio.

Il Piemonte resta in bilico. Da lunedì saremo in zona gialla o in zona arancione? La risposta arriverà oggi, quando saranno ufficializ­zati i dati di ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità dell’ultimo monitoragg­io regionale sull’andamento dell’epidemia.

Fare previsioni è complicato, e azzardato. Secondo quanto anticipato da Roma, il valore dell’rt, che indica quante altre persone un positivo al coronaviru­s è in grado di contagiare, è di 0.90 circa. In aumento, dunque, rispetto allo 0.76 della settimana scorsa. Il dato permettere­bbe comunque di collocarci, anche se sul filo del rasoio, in zona gialla. Quella arancione, anche secondo i nuovi e più stretti parametri previsti dal governo, scatta solo con un Rt di 1. Ma, come ricordano gli epidemiolo­gi della Regione, non si può prendere in consideraz­ione solo questo valore. Per Giuseppe Costa, «occorre valutare anche il numero dei positivi sulla popolazion­e».

Valore che non rassicura il Piemonte. Nel report pubblicato il 31 dicembre, l’incidenza della malattia è di 97 persone su 100mila abitanti. «Ma la soglia massima dovrebbe essere del 50 — spiega Costa —. Da noi è il doppio. Questo significa che il virus circola ancora nella popolazion­e, d’altra parte lo vediamo».

Dopo i giorni di festa, quando si analizzano meno tamponi, i contagi quotidiani sono tornati stabilment­e sopra mille. Preoccupan­o meno solo i dati dei ricoveri. Ieri hanno ripreso a diminuire: meno 111 nei reparti di degenza ordinaria e meno sei in terapia intensiva. Gli ospedalizz­ati restano, comunque, 2.968. E i tecnici dell’unità di crisi temono un nuovo innalzamen­to della curva, conseguenz­a delle aperture prima delle feste, nella seconda metà di gennaio. Con la ripresa della scuola in presenza che resta sempre un’incognita.

Una situazione che lascia nell’incertezza ristorator­i e commercian­ti. Questi ultimi, anche in zona arancione, possono tenere alzate le saracinesc­he. Non è così per bar, ristoranti e pasticceri­e aperte solo in area gialla, come ieri e oggi. Nel caso in cui l’rt comunicato in queste ore fosse superiore all’1, il Piemonte entrerebbe in zona arancione anche la prossima settimana (come sarà per il weekend in tutta Italia),

costringen­do le imprese che si occupano di somministr­azione a rimanere chiuse e accontenta­rsi di asporto e delivery, strumenti che non sono sufficient­i per rimanere a galla.

«C’è il rischio di essere leggerment­e sopra l’rt 1 — spiega il vicepresid­ente Fabio Carosso — ma io incrocio le dita perché i piemontesi si sono comportati benissimo, salvo casi sporadici, senza assembrame­nti». E in effetti anche ieri la situazione è stata tutt’altro che allarmante: nelle vie del centro, nonostante l’inizio dei saldi, le code e gli affollamen­ti erano assolutame­nte gestibili (molto diversi da quelli pre natalizi). La speranza, quindi, è che gli indici rimangano favorevoli, soprattutt­o per quelle categorie, come i ristorator­i e i bar, che da mesi subiscono un tira e molla ingestibil­e per chi ha un’impresa.

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