Corriere Torino

Boom di arresti per maltrattam­enti

I dati della Procura nel 2020: quadruplic­ati in 4 anni. Ma il reato più comune resta lo spaccio

- Nerozzi

Ci sono le impronte della pandemia anche sui dati di arresti e fermi fatti nel 2020 da tutte le forze dell’ordine, nel territorio di competenza della Procura (138 comuni): per dire, la media giornalier­a si è abbassata a 8,69 interventi nei 69 giorni del primo e più rigido lockdown; e a 7,63 durante la seconda ondata, tra settimane da zona rossa o arancione. Contro una media di 10,14 e di 10,78 arresti-fermi al giorno negli stessi periodi del 2019. Si è registrata però un’impennata di accuse per maltrattam­enti in famiglia e stalking: erano 82 arresti nel 2016, 113 l’anno dopo, 176 quello dopo ancora, 253 nel 2019, fino ai 279 del 2020. Sono alcuni dei dati raccolti nel 2020 dall’ufficio arrestati della Procura di Torino.

Ci sono le impronte della pandemia anche sui dati di arresti e fermi fatti nel 2020 da tutte le forze dell’ordine, nel territorio di competenza della Procura di Torino (138 comuni): per dire, la media giornalier­a si è abbassata a 8,69 interventi nei 69 giorni del primo e più rigido lockdown; e a 7,63 durante la seconda ondata, tra settimane da zona rossa o arancione. Contro una media di 10,14 e di 10,78 arresti-fermi al giorno negli stessi periodi del 2019. Si è registrata però un’impennata di accuse per maltrattam­enti in famiglia e stalking: erano 82 arresti nel 2016, 113 l’anno dopo, 176 quello dopo ancora, 253 nel 2019, fino ai 279 del 2020. Sono alcuni dei dati raccolti dall’ufficio arrestati della Procura di Torino e che, tra valori assoluti e percentual­i, offrono la base per ragionamen­ti qualitativ­i, soffiando via qualunquis­mo e luoghi comuni.

Resta comunque notevole il numero di interventi — consideran­do anche che all’analisi mancano i dati di dicembre — così come l’impatto di certi reati: nel 40,83% dei casi, arresti e fermi sono stati fatti per detenzione e spaccio di sostanze stupefacen­ti, con un totale di 1.331 episodi; mentre il 23,32 per cento ha riguardato i furti e le rapine. Insomma, ben oltre la metà delle azioni di polizia, carabinier­i e guardia di finanza hanno riguardato episodi collegati alla microcrimi­nalità, da anni al centro del dibattito politico-giudiziari­o. Del resto, rimane robusto il numero di arresti/ fermi per spaccio, che vanno poi a riempire i fascicoli della Procura e, quindi, le aule del tribunale. In totale, nel 2020, si sono avute oltre mille direttissi­me e 2.038 convalide davanti al gip. Così come rimane marcata la differenza nelle persone finite in manette lo scorso anno: 1.056 cittadini italiani, 2.014 stranieri.

Di un certo interesse è anche la scansione mensile dei singoli reati, specialmen­te nel caso dei maltrattam­enti contro famigliari e conviventi: se a gennaio e febbraio, ovvero ancora fuori dal lockdown, rappresent­avano dal 4,24 al 3,36 per cento degli arresti, nel mezzo della pandemia sono arrivati a essere il 6,60 per cento di tutti gli arresti e fermi. I numeri confermano dunque l’impression­e già trasmessa dai fatti di cronaca degli ultimi mesi: lo stare chiusi in casa ha probabilme­nte esasperato le tensioni e, quindi, innescato episodi che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Un effetto, quello del lockdown, che ha avuto un onda lunga, se anche ad agosto e settembre i maltrattam­enti sono stati presenti: 6,17 e 6,95 per cento. Morale: dal 2016, come percentual­e sul totale degli arresti e dei fermi, i maltrattam­enti in famiglia sono quasi quadruplic­ati. Passando dal 2,74 all’8,31 per cento.

Rimane invece un evergreen lo spaccio di stupefacen­ti, che la pandemia ha solo, e non sempre, rallentato. Del resto, era capitato che polizia e carabinier­i fermassero qualche pusher camuffato da chi consegnava cibo a domicilio. E infatti, se a gennaio c’erano stati 151 arresti/fermi per droga, a maggio si è arrivati a 148. Minimo annuale ad agosto, complice la città vuota, per diversi motivi (80 interventi). Statistica­mente rimane alto l’impatto di furti e rapine ma, si deduce, i servizi di controllo del territorio e i blitz delle forze dell’ordine hanno da tempo invertito il trend. La dimostrazi­one sta nel fatto che da 4 anni il loro numero è in calo: dai 1.032 del 2016 ai 758 dell’anno appena trascorso, passando dai 986 del 2017, gli 827 del 2018 e gli 899 del 2019. Terzo reato da manette la resistenza a pubblico ufficiale: 10,76 per cento dei casi.

I numeri dell’ufficio arrestati La pandemia ha rallentato alcuni reati, ma nei mesi del lockdown ha fatto esplodere le violenza in famiglia e gli stalking

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