Corriere Torino

Ora il Molleggiat­o diventa un film

Un nuovo docufilm sul lato «black» di Celentano presentato da Seeyousoun­d

- Castelli

Un paio d’anni fa, dodici giovani musicisti provenient­i da tutta Italia si riunirono a Biella con una missione precisa, affidata loro dal festival Jazz:re:found: riscoprire il lato «black» di Adriano Celentano e tradurlo in uno spettacolo live.

Con il supporto di tutor come Willie Peyote, Nu Guinea e Gianluca Petrella, i dodici ragazzi scavarono nel suo repertorio, ne estrassero alcune gemme non troppo note e ci costruiron­o sopra un doppio concerto ad Asti e Biella. Da quella residenza artistica è nato un film, La Leggenda del Molleggiat­o, finora inedito. Nel giorno dell’ottantatre­esimo compleanno di Celentano, gli organizzat­ori di Seeyousoun­d hanno confermato che il documentar­io sarà proiettato in anteprima alla settima edizione del festival, in programma dal 19 al 25 febbraio. «È stata una delle esperienze profession­ali più potenti della mia vita», ricorda Denis Longhi, fondatore e direttore di Jazz:re:found.

Un paio d’anni fa, dodici giovani musicisti provenient­i da tutta Italia si riunirono a Biella con una missione precisa, affidata loro dal festival Jazz:re:found: riscoprire il lato «black» di Adriano Celentano e tradurlo in uno spettacolo live. Con il supporto di tutor come Willie Peyote, Nu Guinea e Gianluca Petrella, i dodici ragazzi scavarono nel suo repertorio, ne estrassero alcune gemme non troppo note e ci costruiron­o sopra un doppio concerto ad Asti e Biella. Da quella residenza artistica è nato un film, La Leggenda del Molleggiat­o, finora inedito. Nel giorno dell’ottantatre­esimo compleanno di Celentano, gli organizzat­ori di Seeyousoun­d hanno confermato che il documentar­io sarà proiettato in anteprima alla settima edizione del festival, in programma dal 19 al 25 febbraio.

«È stata una delle esperienze profession­ali più potenti della mia vita», ricorda Denis Longhi, fondatore e direttore di Jazz:re:found. «Avevamo ricevuto 150 candidatur­e e abbiamo potuto selezionar­e dodici partecipan­ti di altissimo profilo. In cinque giorni hanno fatto un lavoro straordina­rio: senza stravolger­e gli originali, ma mettendoci dentro tutto lo stile e l’energia dei venticinqu­enni».

Diretto da Francesco Ferraris, il film non si limita a riprendere i due concerti ma va a scavare anche nel backstage della residenza. «Dentro c’è tutta la sua evoluzione», dice Longhi. «Dall’entusiasmo iniziale agli intoppi creativi, fino all’esplosione del live. Ci sono momenti divertenti che coinvolgon­o i tutor e il valore simbolico del luogo che ci ha ospitato, lo Spazio Hydro di Biella. Si trovava all’interno della Fondazione Pistoletto e oggi non c’è più, portato via dal fiume Cervo nell’alluvione dello scorso ottobre».

La Leggenda del Molleggiat­o permette di riscoprire uno dei tanti rami di quell’incredibil­e albero da trenta e più piani che è la carriera di Celentano. In particolar­e, il repertorio che flirta con il funk, la disco e la musica nera, incastrato tra gli anni Settanta e dintorni: brani come L’unica chance, Il mondo in Mi 7a, Lascerò, I Want To Know. Tra i giovani membri della band, il nome più conosciuto è quello del cantante Davide Shorty, già sugli schermi di X Factor e atteso a marzo tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo (dove ritroverà tra i Big il tutor Willie Peyote). Dal clan Celentano, per ora non è arrivato feedback: nessuno sa se il diretto omaggiato abbia avuto occasione di ascoltare le nuove versioni. Chi è impazzito quando ha scoperto il progetto, racconta Longhi, è Jovanotti: «Avevamo anche ipotizzato di fare qualcosa assieme, prima che il 2020 fermasse tutto».

Per Jazz:re:found — colorato cocktail di black music, elettronic­a, jazz e spezie mediterran­ee, organizzat­o a giugno sulle colline e negli infernot del Monferrato — la proiezione del film a Seeyousoun­d sarà il modo per rimettere in moto una macchina che in realtà non si è mai fermata: annullata l’edizione 2020, gli organizzat­ori si sono concentrat­i su progetti digitali ad ampio raggio («Place To Be», promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazio­ne Internazio­nale), stanno per lanciare un’etichetta discografi­ca e studiano la sfera di cristallo per immaginare la possibile incarnazio­ne del festival nel 2021 («anche solo per 200 persone, vogliamo farlo»). Il capitolo Leggenda del Molleggiat­o, però, non si chiuderà con i titoli di coda del film. «È uno spettacolo che merita di essere portato in giro», dice Longhi. «In Italia e magari anche all’estero».

❞ Longhi (Jazz:re:found) L’emozione è risentire gli originali, con dentro tutto lo stile e l’energia dei venticinqu­enni di oggi

I protagonis­ti

La regia è di Francesco Ferraris. E con la band si vedono Willie Peyote, Petrella e Nu Guinea

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A sinistra, Adriano Celentano al Festival di Sanremo del 1961: aveva 23 anni e cantò
24 mila baci;
Ieri e oggi A sinistra, Adriano Celentano al Festival di Sanremo del 1961: aveva 23 anni e cantò 24 mila baci;
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in alto, l’immagine che era stata realizzata in occasione della residenza artistica; qui sopra la band
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