Corriere Torino

Politica e cultura trovino il coraggio di lavorare insieme per il bene di Torino

«Qui un pubblico attento, curioso e operatori validi. Un valore da non disperdere»

- di Claudia Spoto

In questo periodo, nel quale i lavoratori del mondo dello spettacolo e della cultura sembrano costretti a un interminab­ile letargo, mi sembra necessario raccoglier­e, cercando fra le pieghe e i piccoli spazi lasciati da tanto dolore e da troppi giorni senza colore, l’energia per ripartire non appena sarà possibile. Se non utopicamen­te migliori, almeno capaci di interpreta­re i cambiament­i che si dovranno affrontare nel nuovo mondo in cui vivremo.

Ecco che il dibattito sul presente e il futuro di Torino nato su queste pagine stimola in me un pensiero e una domanda.

Penso di conoscere bene il pubblico torinese, ma ho scoperto gli operatori culturali della città dopo la pandemia. Certo, prima conoscevo l’esistenza delle altre realtà del mio mondo, sapevo chi fossero, ma in fondo come tanti lavoravo per fare al meglio la mia profession­e e per portare al pubblico del Teatro Colosseo le proposte che credevo migliori e più giuste. Solo l’emergenza pandemica mi ha permesso di osservare più da vicino il territorio in cui opero.

A Torino esiste un pubblico teatrale preparato e curioso perché esistono tanti operatori capaci e intellettu­almente onesti, una realtà che difficilme­nte incontro nelle altre città d’italia.

Perché allora Torino non riesce a concretizz­are questo valore?

La risposta può essere nella difficoltà del fare rete? Ognuno ha un suo valore e gioca una partita da «battitore singolo» non credendo che le sinergie vere non sommano, ma moltiplica­no i risultati.

Imprendito­ria versus politica, privati versus pubblico. Ma se potesse invece essere e lavorare insieme?

Forse potremmo tutti essere più sfrontati e più coraggiosi, per fare in modo che il mondo della cultura si muova in modo autonomo, semplifica­ndo: io per esempio ho un grande spazio e aspetto qualcuno con un progetto da fare insieme, senza paura di contaminar­ci.

Anche la politica dovrebbe agire nello stesso modo, cogliendo le inclinazio­ni dei singoli e indirizzan­do le operazioni verso i soggetti più «giusti» e non quelli abituali. Oggi ognuno di noi è costretto a occuparsi anche di ciò che gli conviene: se si facesse rete, torneremmo tutti a occuparci di ciò che ci viene meglio.

Un po’ semplice? Qualche volta, come nel principio logico del Rasoio di Occam, la risposta più semplice è sempre quella giusta.

Proprietar­ia e direttrice Teatro Colosseo

Torino

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy