Corriere Torino

Il Muro del Toro

Izzo con Lyanco e Bremer a protezione di un Sirigu ritrovato: da 4 partite la media gol subiti è scesa da 2,5 a 0,75 a partita Gli ex sicuri: «Fondamenta­le la solidità»

- Gianluca Sartori

Trenta reti subite nelle prime dodici partite (media di 2.5 gol presi per ogni match), poi tre nelle successive quattro (media di 0.75). L’incoraggia­nte crescita del Torino delle ultime settimane passa da una ritrovata solidità difensiva: in attesa del crash-test di domani in casa del Milan, vanno registrati i piccoli passi avanti del reparto arretrato di Marco Giampaolo, che passano forse dalla definizion­e delle gerarchie: il tecnico granata sembra aver trovato i suoi titolari della linea a tre in Armando Izzo, Lyanco e Gleison Bremer.

«Più che una questione di uomini, io parlerei di una mentalità diversa – dice Giacomo Ferri, una vita nel Torino, anche come difensore dal 1981 al 1989 –. La squadra è riuscita a ricompatta­rsi nonostante arrivasse da un momento molto complicato. Nel suo complesso la rosa vale la parte sinistra della classifica. Però i numeri sono quelli che sono: c’è stato un problema di fiducia e di autostima, ma ora sembra che la strada giusta sia tracciata». Luca Mezzano, difensore cresciuto nel Torino e poi allenatore delle giovanili granata, si concentra sull’aspetto tecnico-tattico: «È stato fondamenta­le tornare alla difesa a tre, l’abito che questa squadra è più abituata a indossare. Sembrava impossibil­e che il tecnico derogasse dalla sua linea a quattro, ma anche lui ha dovuto confrontar­si con la realtà».

Il passaggio dal 4-3-1-2 al sistema 3-5-2 è la chiave giusta anche per Angelo Cereser, uno dei difensori storici del Torino con 226 presenze tra il 1962 e il 1975. «Giampaolo ha saputo adattare le sue idee alle caratteris­tiche della squadra. Prima di pensare a palleggiar­e e a costruire gioco occorre trovare una solidità difensiva, quando lotti per la salvezza, specie se davanti hai uno come Belotti che il gol lo può sempre trovare».

Izzo, Lyanco e Bremer: con loro il Torino può permetters­i

Fanno festa Gleison Bremer (a segno contro il Verona), Armando Izzo e Lyanco di fare a meno di Nkoulou? «Io ritengo Nicolas un giocatore molto forte e mi dispiacere­bbe se la sua avventura al Torino, come sembra, fosse ai titoli di coda – dice Cereser –. Dall’altro lato, l’aver ritrovato Izzo poi è la mossa fondamenta­le di Giampaolo. Se si gioca a tre dietro, Armando è tra i più forti in Italia».

Giacomo Ferri aggiunge: «A livello di singoli il Torino là dietro ha poco da invidiare a molte squadre. Non esito a dire che, presi singolarme­nte, non scambierei i difensori del Torino con quelli del Milan. Se non gioca Nkoulou ci sarà un motivo, ma i due brasiliani sono in crescita e danno adeguate garanzie per il presente e per il futuro; con Izzo si integrano bene». Il trio titolare è promosso anche per Mezzano: «Sono giocatori che danno garanzie per un Toro che vuol salvarsi comodament­e». L’ex «Cit» tuttavia ha un debole per Alessandro Buongiorno, che allenò nelle giovanili del Torino: «Ha ottime qualità fisiche e tecniche. Per me si imporrà in Serie A, ha fatto bene quando è chiamato in causa».

Ma un reparto difensivo è sempre guidato dal portiere e il Torino sta ritrovando il vero Salvatore Sirigu. «Non è mai stato lui il primo problema: se la difesa concede tanto, è normale che anche il portiere possa andare in confusione», dice Cereser. Mezzano la vede diversamen­te: «Il portiere deve essere un leader e dare sicurezza ai compagni, se va in crisi lui anche i compagni perdono certezze. Sirigu ha avuto un periodo di calo. Ora sta tornando, alla società il compito di capire se ha le motivazion­i giuste per continuare». Chiude Ferri: «Non so se le panchine abbiano fatto bene a Salvatore. Il suo valore tecnico non è in discussion­e: se lui torna sui suoi livelli, il Torino avrà vita più facile, anche se è chiaro che avere un buon portiere non basta».

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