Insulti antisemiti su Zoom I pm aprono un’inchiesta
Domenica scorsa l’ultimo blitz online, ma la Procura indaga anche su altri episodi
Ci sarebbe un gruppo di persone che pianifica attacchi informatici, infiltrandosi nelle piattaforme digitali per poi compiere raid, per lo più razzisti: è l’ipotesi su cui stanno lavorando gli investigatori, nell’ambito dell’inchiesta aperta già alcune settimane fa dalla Procura, in seguito a un esposto. L’ultima presa di mira è stata la giornalista Lia Tagliacozzo, autrice del libro «La generazione del deserto». Durante la presentazione del volume sulla Shoah, domenica scorsa, è scoppiata un’improvvisa confusionalista. ne — aveva raccontato lei — con insulti online lanciati da dietro le solite immagini: svastiche, aquile del Terzo Reich, il volto di Adolf Hitler. Parole ignobili e di odio contro gli ebrei, sempre via zoom, la piattaforma attraverso la quale si stava svolgendo l’incontro, organizzato dal Centro di studi ebraici e dall’istoreto, l’istituto piemontese per la storia della Resistenza.
All’incursione, che da telematica si è fatta subito estremamente pratica, ha partecipato una decina di persone: che per un paio di minuti hanno pronunciato frasi spregevoli. «Ma senza riuscire a fermarci», aveva detto la giorResta l’attacco, per il quale i responsabili rischiano le accuse di accesso abusivo a sistema informatico oltre alla sostituzione di persona tramite il furto dell’identità digitale. Quasi sempre, infatti, l’accesso su zoom avviene con credenziali e password hackerate, così da ingannare gli organizzatori.
Ed è stata una delle app più famose al mondo — Zoom — a dare origine al neologismo che ormai descrive questi blitz digitali: zoombombing. Vocabolo che indica appunto la pratica di interrompere una video-lezione o un webinar, con messaggi scemi o, nei casi peggiori, pornografici, razzisti e offensivi. Prima di domenica, si erano già verificati altri due episodi: per questo il pool antiterrorismo coordinato dal procuratore aggiunto Emilio Gatti — che si occupa anche di discriminazione razziale — aveva già avviato un’inchiesta.