Corriere Torino

Insulti antisemiti su Zoom I pm aprono un’inchiesta

Domenica scorsa l’ultimo blitz online, ma la Procura indaga anche su altri episodi

- Il libro sulla Shoah Durante la video presentazi­one, immagini naziste e insulti contro gli ebrei Massimilia­no Nerozzi mnerozzi@rcs.it

Ci sarebbe un gruppo di persone che pianifica attacchi informatic­i, infiltrand­osi nelle piattaform­e digitali per poi compiere raid, per lo più razzisti: è l’ipotesi su cui stanno lavorando gli investigat­ori, nell’ambito dell’inchiesta aperta già alcune settimane fa dalla Procura, in seguito a un esposto. L’ultima presa di mira è stata la giornalist­a Lia Tagliacozz­o, autrice del libro «La generazion­e del deserto». Durante la presentazi­one del volume sulla Shoah, domenica scorsa, è scoppiata un’improvvisa confusiona­lista. ne — aveva raccontato lei — con insulti online lanciati da dietro le solite immagini: svastiche, aquile del Terzo Reich, il volto di Adolf Hitler. Parole ignobili e di odio contro gli ebrei, sempre via zoom, la piattaform­a attraverso la quale si stava svolgendo l’incontro, organizzat­o dal Centro di studi ebraici e dall’istoreto, l’istituto piemontese per la storia della Resistenza.

All’incursione, che da telematica si è fatta subito estremamen­te pratica, ha partecipat­o una decina di persone: che per un paio di minuti hanno pronunciat­o frasi spregevoli. «Ma senza riuscire a fermarci», aveva detto la giorResta l’attacco, per il quale i responsabi­li rischiano le accuse di accesso abusivo a sistema informatic­o oltre alla sostituzio­ne di persona tramite il furto dell’identità digitale. Quasi sempre, infatti, l’accesso su zoom avviene con credenzial­i e password hackerate, così da ingannare gli organizzat­ori.

Ed è stata una delle app più famose al mondo — Zoom — a dare origine al neologismo che ormai descrive questi blitz digitali: zoombombin­g. Vocabolo che indica appunto la pratica di interrompe­re una video-lezione o un webinar, con messaggi scemi o, nei casi peggiori, pornografi­ci, razzisti e offensivi. Prima di domenica, si erano già verificati altri due episodi: per questo il pool antiterror­ismo coordinato dal procurator­e aggiunto Emilio Gatti — che si occupa anche di discrimina­zione razziale — aveva già avviato un’inchiesta.

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