Il mulino dell’800 è rinato e ora esporta le farine all’estero
«Dopo la filiera anche pane e fette biscottate»
Centotrentasette anni dopo è tornato ai fasti di un tempo. Era un vecchio mulino abbandonato, gloria del 1884 in servizio fino ai primi anni ‘80. A richiamarlo dalla pensione Massimiliano Spigolon, 44 anni, che ha trasformato un edificio storico di Bruzolo in un’azienda moderna. Da museo statico a nota positiva di un territorio complesso come la Valsusa. La scommessa è costata cara, 600 mila euro, ma a un anno dalla nuova inaugurazione si può considerare vinta. Le farine del mulino non solo hanno valorizzato un’intera valle e oggi finiranno nelle pizze gourmet di alcuni dei più rinomati ristoranti europei.
«Tutto è iniziato con un sogno, nella notte di Natale del 2016 — racconta Spigolon — ho intravisto un’occasione dove per molti non c’era nulla. L’ispirazione onirica mi ha spinto ad agire di pancia, senza un business plan ben definito. All’inizio puntavo solo a una produzione domestica, ma grazie al contatto con diversi mugnai italiani si è innescato lo stimolo per creare un piano agricolo sostenibile». Un progetto che alla Valsusa mancava, in grado di riavviare collaborazioni e sviluppare filiere corte e produzioni agricole locali. Valorizzando i terreni abbandonati e difendendo la biodiversità: «Con l’aiuto di alcuni contadini e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, abbiamo riportato in Valsusa diverse varietà di grani antichi, i migliori dal punto di vista nutrizionale e ambientale. Un modo per salvaguardare il patrimonio agricolo».
Il mulino oggi abbina tradizione e tecnologia, unendo alle macine in pietra naturale gli strumenti più innovativi per il controllo e l’automatizzazione. Non stupisce dunque che gli addetti siano solo una decina, un gruppo di giovani che sa bene come dare alla valle un futuro. Parallelamente gli agricoltori coinvolti sono passati da 14 a 30, aumentando gli ettari coltivati da 12 a 35. La produzione così sfiora i 10 quintali al giorno. Quaranta i negozi riforniti, divisi tra Torino e provincia, a cui si aggiungono le richieste di migliaia di privati. In occasione del primo compleanno è stato lanciato il progetto «Gustinsieme»: unisce una squadra di artigiani per la creazione di prodotti 100% valsusini. «Dopo aver lavorato per creare una filiera agricola e risvegliare un comparto della valle — afferma Spigolon — abbiamo deciso di avviare anche la trasformazione dei prodotti». Dai biscotti alle fette biscottate, fino alla pasta e al panettone: «E tra poco si aggiungerà anche la birra ufficiale della valle».
Per contrastare il lockdown è stato anche inaugurato l’ecommerce su www.mulinovalsusa.it: «Sono arrivati ordini dalla Sardegna e dal Lazio, così come dalla Francia e dell’austria, segno che il progetto è apprezzato. Dobbiamo ancora trovare una sostenibilità economica, ma questo non frena l’entusiasmo».
Per trovare l’equazione di equilibrio aziendale, si è scelto di allargare l’interesse a nuovi mercati incentivando la
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Invece di recuperare i margini, i fondi continuano a comprare ead aumentare i prezzi Claudio Bongiovanni
Gli ettari coltivati dai 102mila del 2008 sono diventati 60.041, è una discesa costante Ercole Zuccaro
Con il nostro progetto si premia la qualità dei cereali e ci sganciamo dalle quotazioni Roberto Moncalvo
conoscenza dei prodotti. «Siamo felici di aver resistito al Covid, adesso l’obiettivo è allargare il mercato all’estero. Vogliamo crescere, ma solo attraverso produzioni di qualità. In Francia, Spagna, Portogallo e Svizzera gli antichi grani italiani hanno un’ottima fama. Sono più difficili da lavorare, il risultato finale però è eccellente. I professionisti, dai pasticceri ai ristoranti, sono disposti a pagare qualcosa di più in cambio di un prodotto che permetta loro di differenziarsi».