E i dissuasori elettronici in città diventano un caso Ambulanze e forze dell’ordine non possono aprirli
Inchiesta per omicidio colposo sul runner morto al Valentino: il 118 era bloccato dai fittoni
Diventano un caso i dissuasori elettronici all’ingresso del parco del Valentino affacciato su corso Massimo, che domenica scorsa hanno bloccato un’ambulanza del 118, intervenuta per il malore di un runner. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, ipotesi di reato doverosa, vista la decisione di far eseguire l’autopsia sulla salma dell’avvocato Luca Zambelli, 49 anni, deceduto in seguito a un attacco di cuore. Dopodiché, il pubblico ministero Valentina Sellaroli ha anche delegato i carabinieri perché siano fatti tutti gli accertamenti del caso. Ovvero, da chi dipendono i dissuasori, chi possa attivarli e, più in generale, quale sia la disciplina. Se si annuncia complicato evidenziare uno specifico nesso causale per il decesso — l’ambulanza era arrivata dal Cto in pochi minuti — è evidente che il caso possa aprire un dibattito politico sulla sicurezza e l’incolumità dei cittadini al Valentino.
L’argomento è complicato e, a prima vista, sfugge al buon senso: forze dell’ordine e mezzi d’emergenza non possono aprire i varchi elettronici sparsi in città, per i quali devono rivolgersi alla sala operativa della polizia municipale. Che ne può azionare 5: ai Murazzi, nelle vie Sant’ottavio, San Domenico e Sant’agostino e in piazza della Consolata. Quelli del Valentino, invece, sono del Politecnico. Per quelli in città — spiega la dottoressa Rita Rossi, responsabile del 118 di Torino e provincia — era stata fornita una mappa, così da conoscerne l’ubicazione, ed evitarli. Nulla invece sul Valentino, la cui entrata principale, vicino al ponte di corso Vittorio, è libera e presidiata solo da telecamere. «Ad Asti fu dato un telecomando — ricorda Rossi — ma è un tema che dovrà essere affrontato tutti insieme, per trovare una soluzione». Sull’argomento, oltre che sulla (non) presenza di defibrillatori, ha presentato un’interpellanza Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati in consiglio comunale.