Gyasi, il ritorno e la sorpresa «Sfidare i granata sarà speciale»
Emmanuel Gyasi era un ragazzino quando il Torino lo prelevò dal Pecetto. Nel club granata ha percorso tutta la trafila delle giovanili e ha firmato il primo contratto da professionista. Oggi «Ima», 27enne di famiglia ghanese e di nazionalità italiana, è un titolare dello Spezia e sabato arriverà a Torino per uno scontro salvezza che lui per primo definisce «una finale».
Gyasi, per lei sarà la prima volta da avversario del Torino. Che effetto le fa?
«Sarà speciale affrontare la squadra nella quale sono cresciuto calcisticamente e umanamente».
Già, ma il salto in prima squadra non è mai arrivato. Voglia di rivincita?
«No, al Torino sono grato. Ciò che mi hanno trasmesso è stato fondamentale per me».
La sua parabola in granata si concluse con amarezza, per quel rigore sbagliato nella finale Scudetto Primavera del 2014 contro il Chievo.
«Sì, ma ricordo con grande piacere quell’annata. Vincemmo il girone di campionato con numeri da record. Negli ultimi due anni al Toro, agli ordini di mister Longo, ho capito cosa fare per diventare professionista. Moreno è stato un personaggio chiave per la mia crescita».
Lei ha girato l’italia, poi si è affermato nello Spezia, ma si sente sempre torinese?
«Appena posso torno a Torino.
«Mi ha fatto migliorare tantissimo. È un martello, non si ferma mai, studia le partite nei minimi dettagli».
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«Belotti, un grande esempio. Lotta per i compagni e segna tanto».
Nel calcio i gol dell’ex sono assai frequenti. Esulterebbe?
«Il gol è una grande gioia, esultare è un gesto naturale e non una mancanza di rispetto. Quindi sì, festeggerei ma senza esagerare. Il Toro è pur sempre il Toro».