Ci vuole il fisico per fare il digitale
«Innovare crea valore: per la società, l’ambiente e anche per gli investitori. Ecco perché lanciamo un fondo che si occupa di infrastrutture innovative e digitali». Carla Patrizia Ferrari presidente di Equiter, 850 milioni di patrimonio gestito, presenta così Equiter Infrastructure II - Infrastrutture, Innovazione Impatto, il fondo mobiliare chiuso e di diritto italiano nato in partnership con Ersel Asset Management che ha raggiunto il primo closing raccogliendo 140 milioni. «Il nostro obiettivo — spiega Carla Patrizia Ferrari — è arrivare a 400 milioni di raccolta. E così sostenere il rilancio dell’economia reale secondo un modello di crescita sostenibile e inclusiva. Abbiamo già iniziato la fase di screening dei primi investimenti che contiamo di avviare il più rapidamente possibile».
Presidente Ferrari, perché investire in infrastrutture innovative?
«Il nostro primo fondo, PPP Italia aveva come target lo sviluppo infrastrutture al 100% fisiche: ospedali, centrali e anche parcheggi. Questa volta ampliamo il raggio di azione aggiungendo la componente innovativa e di sostenibilità, infatti il focus del Fondo è su asset a elevato contenuto di innovazione sia tecnologica sia architetturale. E lo facciamo perché l’hitech crea valore. Per la nostra società. E per sottoscrittori del fondo».
Cosa intende per digitali?
«Investiremo in gestione dei dati, reti, connettività, emobility. Tutte quelle infrastrutture di cui il Paese ha bisogno, e che sono in linea con infrastrutture gli obiettivi del piano Next Generation Ue. Tra i target ci sono anche le infrastrutture “tradizionali”: dai trasporti all’healthcare, ma con una forte componente innovativa. Senza dimenticare le infrastrutture sociali, come sanità e formazione, e le utilities e le fonti rinnovabili».
Il fondo di Equiter investirà in infrastrutture digitali, healthcare e fonti rinnovabili
Come selezionate gli investimenti?
«Naturalmente ogni investimento ha una redditività diversa dall’altro. Il nostro obiettivo target è l’8% di rendimento. Siamo un fondo infrastrutturale con investimenti di lungo periodo e con orizzonte temporale di 15 anni. Per riuscire a centrare questi traguardi ci avvaliamo dell’advisory del centro ricerche Tiresia, per quanto riguarda l’impatto sociale, e di Fondazione Links, per l’aspetto innovativo delle infrastrutture».
Investirete nel Nord Ovest?
« Le società coinvolte hanno radici in Piemonte; dalle fondazioni, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione Cuneo, fino all’azionista bancario, Intesa Sanpaolo. Ma i nostri radar di investimento sono accesi in tutta la Penisola».
Quale è la dimensione degli investimenti?
«Il target varia da 10- a 50 milioni. Opereremo in partnership pubblico – private e in co-investimenti. Crediamo che questi investimenti possano garantire una crescita sostenibile e inclusiva, con un ritorno non solo per chi sottoscrive il fondo ma per tutto il sistema Paese».