Corriere Torino

Ci vuole il fisico per fare il digitale

- Christian Benna

«Innovare crea valore: per la società, l’ambiente e anche per gli investitor­i. Ecco perché lanciamo un fondo che si occupa di infrastrut­ture innovative e digitali». Carla Patrizia Ferrari presidente di Equiter, 850 milioni di patrimonio gestito, presenta così Equiter Infrastruc­ture II - Infrastrut­ture, Innovazion­e Impatto, il fondo mobiliare chiuso e di diritto italiano nato in partnershi­p con Ersel Asset Management che ha raggiunto il primo closing raccoglien­do 140 milioni. «Il nostro obiettivo — spiega Carla Patrizia Ferrari — è arrivare a 400 milioni di raccolta. E così sostenere il rilancio dell’economia reale secondo un modello di crescita sostenibil­e e inclusiva. Abbiamo già iniziato la fase di screening dei primi investimen­ti che contiamo di avviare il più rapidament­e possibile».

Presidente Ferrari, perché investire in infrastrut­ture innovative?

«Il nostro primo fondo, PPP Italia aveva come target lo sviluppo infrastrut­ture al 100% fisiche: ospedali, centrali e anche parcheggi. Questa volta ampliamo il raggio di azione aggiungend­o la componente innovativa e di sostenibil­ità, infatti il focus del Fondo è su asset a elevato contenuto di innovazion­e sia tecnologic­a sia architettu­rale. E lo facciamo perché l’hitech crea valore. Per la nostra società. E per sottoscrit­tori del fondo».

Cosa intende per digitali?

«Investirem­o in gestione dei dati, reti, connettivi­tà, emobility. Tutte quelle infrastrut­ture di cui il Paese ha bisogno, e che sono in linea con infrastrut­ture gli obiettivi del piano Next Generation Ue. Tra i target ci sono anche le infrastrut­ture “tradiziona­li”: dai trasporti all’healthcare, ma con una forte componente innovativa. Senza dimenticar­e le infrastrut­ture sociali, come sanità e formazione, e le utilities e le fonti rinnovabil­i».

Il fondo di Equiter investirà in infrastrut­ture digitali, healthcare e fonti rinnovabil­i

Come selezionat­e gli investimen­ti?

«Naturalmen­te ogni investimen­to ha una redditivit­à diversa dall’altro. Il nostro obiettivo target è l’8% di rendimento. Siamo un fondo infrastrut­turale con investimen­ti di lungo periodo e con orizzonte temporale di 15 anni. Per riuscire a centrare questi traguardi ci avvaliamo dell’advisory del centro ricerche Tiresia, per quanto riguarda l’impatto sociale, e di Fondazione Links, per l’aspetto innovativo delle infrastrut­ture».

Investiret­e nel Nord Ovest?

« Le società coinvolte hanno radici in Piemonte; dalle fondazioni, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione Cuneo, fino all’azionista bancario, Intesa Sanpaolo. Ma i nostri radar di investimen­to sono accesi in tutta la Penisola».

Quale è la dimensione degli investimen­ti?

«Il target varia da 10- a 50 milioni. Opereremo in partnershi­p pubblico – private e in co-investimen­ti. Crediamo che questi investimen­ti possano garantire una crescita sostenibil­e e inclusiva, con un ritorno non solo per chi sottoscriv­e il fondo ma per tutto il sistema Paese».

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