Corriere Torino

Mancati controlli, duemila tumori sono sfuggiti alla diagnosi

I dati del monitoragg­io dell’osservator­io nazionale screening. I pap test annullati sono stati oltre 88 mila

- Lorenza Castagneri

Quasi duemila tumori diagnostic­ati in meno in Piemonte in un anno. Dopo una pandemia, rischia di essercene un’altra, a causa dei controlli mancati o ritardati per via delle restrizion­i imposte dal Covid negli ospedali. «Un quadro decisament­e preoccupan­te». Così definisce quanto accaduto nel 2020, l’ultimo monitoragg­io dell’osservator­io nazionale screening, che comprende anche i dati del programma piemontese, Prevenzion­e Serena. Il report confronta il numero di esami effettuati lo scorso anno con quelli del 2019.

Diciamolo subito. Con gli

● Dopo una pandemia, rischia di essercene un’altra, a causa dei controlli mancati o ritardati per via delle restrizion­i imposte dal Covid negli ospedali. Lo afferma l’osservator­io nazionale screening ospedali italiani impegnati a combattere un nuovo nemico, il Covid, ovunque c’è stata una riduzione nel numero di esami effettuati per prevenire l’insorgenza del cancro al collo dell’utero, alla mammella e al colon-retto. Ma in Piemonte la percentual­e di test perduti è stata ancora più alta perché la nostra è stata una delle Regioni in cui il coronaviru­s ha picchiato più duro, specie all’inizio.

I pap test annullati o saltati dalle donne stesse per paura di contagiars­i sono stati oltre 88 mila. Si stima, così che le lesioni all’utero non individuat­e siano 468. In un anno, invece, si contano quasi 80 mila mammografi­e non eseguite, ciò significa almeno 439 tumori al seno diagnostic­ati in meno. I controlli al colon-retto annullati sono stati, invece, oltre 45 mila, per un totale di 955 adenomi in fase avanzata non evidenziat­i. Ma, come sottolinea­no gli oncologi, soltanto tra qualche anno si potrà sapere se e di quanto è aumentata la mortalità per cancro. Purtroppo, però, il ritardo accumulato negli screening è ancora consistent­e in tutta Italia. In Piemonte, occorre attendere oltre sei mesi per il pap-test, più di cinque per la mammografi­a e tra i cinque e gli otto lo screening al colon-retto. Dopo il blocco totale agli esami, se non quelli di approfondi­mento, durante la prima ondata, nella seconda e nella terza, Prevenzion­e Serena ha cercato di non fermarsi, ma in una situazione ancora difficile, secondo l’osservator­io nazionale screening, solo il personale umano può fare davvero la differenza.

I numeri In un anno si contano quasi 80 mila mammografi­e non eseguite

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