«Mio marito un terrorista? Non ci credo»
Parla la moglie italiana di El Allam, arrestato ieri: «È un uomo pacifico, è musulmano, ma non è un reato»
«Mio marito non può aver detto quelle cose, sono tutte falsità». Di fronte al cancello della sua villetta alle porte di Lessolo la moglie italiana di Bouchta El Allam non sembra avere dubbi, anche se le nuove accuse nei confronti di suo marito, arrestato 6 anni fa nell’ambito di un’operazione antidroga, sono pesanti. Secondo i carabinieri del Ros di Torino, all’interno del carcere di Alessandria, El Allam si sarebbe reso responsabile di istigazione a delinquere, in relazione ai delitti di terrorismo e per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Per 9 mesi, fino allo scorso marzo, gli investigatori hanno ascoltato i sermoni che il 43enne marocchino, in qualità di imam dell’istituto penitenziario, pronunciava di fronte ai fedeli durante il venerdì di preghiera. E soprattutto hanno piazzato microspie in cella per ascoltare i discorsi con gli altri detenuti. «Hanno detto che voleva distruggere il Vaticano, che inneggiava alla Jihad, ma non ci crederò mai — continua la consorte dell’imam —. Non è proprio il tipo di persona che pensa queste cose. Mio marito è sempre stato un uomo tranquillo che non ha mai dato fastidio a nessuno. Non è un estremista o un terrorista. Però adesso le nostre figlie sono costrette a rivivere un altro incubo senza che ci sia stato un processo, senza una condanna». Una condanna «Bush» l’ha riportata per altri motivi negli anni scorsi e il suo fine pena era previsto nel 2022, ma lui si è sempre dichiarato innocente: «È vero e infatti avrebbe potuto patteggiare e risparmiarsi molti anni di reclusione — spiega la donna — Avrebbe potuto chiedere la detenzione domiciliare e vedere crescere le sue bambine. Ma non poteva sopportare l’idea di dichiararsi colpevole di una cosa che non aveva fatto e voleva uscirne a testa alta. E così l’hanno condannato, anche se l’accusa di traffico internazionale è caduta». In base a quanto si legge nella nuova ordinanza del gip Stefano Sala, dopo la condanna El Allam si sarebbe sentito perseguitato dalla magistratura. tanto progettare un attentato contro il Tribunale di Torino: «Anche in precedenza era stato arrestato senza motivo e avrebbe dovuto ricevere un indennizzo per ingiusta detenzione — rivela la moglie di Bush —. In ogni caso pensare a un complotto ai suoi danni è una cosa, progettare un attentato è un’altra. Lo ripeto, non fa parte del suo modo di essere. In questi anni sono andata a trovarlo regolarmente fino allo scoppio della pandemia. Poi ci siamo sempre tenuti in contatto con videochiamate, quando era permesso. Un paio di mesi fa gli ho anche portato nostra figlia e l’ho sempre trovato normale». Ieri mattina i carabinieri del Ros hanno anche perquisito la villetta dove la donna abita con l’anziana madre: «Mio marito non ha mai vissuto qui, mi chiedo cosa cercassero. Hanno preso il passaporto e le fotografie di un viaggio a Dubai, quando siamo andati a visitare la moschea. Che è come andare a Roma e ammirare la basilica di San Pietro, mica vuol dire essere fondamentalisti. Io poi non sono nemmeno credente, lui invece è musulmano e prega 5 volte al giorno. Ma questo non è un crimine».