Mario se n’è andato all’improvviso senza il segreto di quell’anno a Dachau
Se n’è andato senza quel peso sulla coscienza che lo aveva tormentato per mezzo secolo. Mario Rovaretto è scomparso giovedì a 94 anni. Prima della pensione, ha lavorato fin da ragazzo come meccanico. Si era sposato, aveva avuto un figlio. Una vita uguale a tante altre, ma solo all’apparenza. Perché nel 2000, dopo averlo promesso sul letto di morte a Anna Cherchi, con cui aveva condiviso l’esperienza della prigionia in Germania, aveva deciso di infrangere la parola data al padre durante la guerra. «Non dovrai raccontarlo a nessuno», gli aveva fatto giurare Carlo, il genitore, chiedendogli di nascondere per sempre quell’anno terribile trascorso al campo di concentramento di Dachau. Ci erano arrivati insieme, nel 1944, quando Mario, studente di 17 anni, aveva tentato di sabotare l’enorme faro che illuminava il Po e il campo della contraerea delle Ss vicino piazza Bengasi. Cresciuto in via Genova, il giovane non apparteneva a nessun gruppo partigiano. Finite le lezioni all’istituto tecnico, aveva imparato il mestiere nell’officina di famiglia, producendo prototipi al tornio e a mano. All’azione contro i nazisti del ‘44, aveva partecipato per spirito di avventura. Alcuni partigiani volevano trasportare sul fiume del pane (e forse delle armi), Carlo e un gruppo di amici si proposero di aiutarli. Arrampicatosi sul palo per spegnere la luce, i tedeschi lo sorpresero e lo arrestarono. Appresa la notizia, il padre cercava di liberarlo. Senza successo. Col risultato di essere fermato e torturato lui stesso. In coppia arrivarono in Baviera, al campo di lavoro di Pyramidenspitze. Resistendo alla fame e alle angherie, lavorarono in un’officina di alta precisione fino alla Liberazione. Una storia terribile nascosta da Mario per tutta la vita. Fino a quando è ritornata a galla. Da allora, l’ex meccanico ha trascorso gli ultimi anni a raccontarla ai più giovani. Liberato dal senso di colpa per aver fatto vivere la prigionia al padre, Mario è morto sconfitto dalla malattia. Oggi, il funerale sarà celebrato alla chiesa Santissima Trinità di Nichelino.