Corriere Torino

Il rebus degli autisti degli autobus il 15 per cento è senza vaccino

Il mondo del trasporto, sia pubblico che privato, alla prova dei numeri: i rischi per il settore

- Floriana Rullo

«Il 15% degli autisti che guidano i mezzi pubblici non è vaccinato. E, secondo i sindacati, tra questi in molti non si sottoporra­nno al tampone e quindi rimarranno a casa». A un giorno dal 15 ottobre, giorno in cui si potrà entrare a lavoro solo se in possesso del green pass, il mondo del trasporto, sia pubblico sia privato, prova a fare i conti con i numeri che potrebbero mettere in difficoltà l’intero settore. Un problema che si somma all’aumento del carburante e alla mancanza di tir che già da qualche tempo mette a rischio viaggi e consegne sul territorio. Per questo da una parte Confartigi­anato chiede «al Governo chiariment­i visto anche la difficoltà di reperire autisti». Dall’altra l’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi, è a caccia di una soluzione che possa evitare agli utenti di rimanere a piedi. Da venerdì infatti in molti potrebbero rischiare di attendere un pullman o un treno che non arriverà mai perché l’autista non è vaccinato, non ha fatto il tampone e quindi è stato sospeso. O, ancora peggio si teme che, nel bel mezzo del viaggio, i pendolari possano essere lasciati a piedi perché il green pass di chi guida scade a metà giornata lavorativa. «E’ una situazione difficile da affrontare perché non ci sono autisti da assumere — chiosa Gabusi —. Ciò che possiamo fare è attutire i disagi. Proveremo a segnalare le corse a rischio in modo da poterle riorganizz­are». L’obiettivo della Regione è quello di provare a costruire una mappa dei disagi che si andranno a verificare su tutto il Piemonte. Per questo ha già chiesto a tutte le compagnie di trasporto di ogni provincia una panoramica sulla situazione sanitaria del personale. Lo scopo è quello di provare a riorganizz­are il servizio o, in alternativ­a, prendere provvedime­nti sulle tratte più difficili da gestire. Così ad esempio Gtt avrebbe già segnalato che il 15%-20% del suo personale avrebbe scelto di non vaccinarsi. I sindacati avrebbero anche tentato di chiedere all’azienda di pagare i tamponi ai dipendenti ma la proposta non sarebbe stata accettata. E mentre Trenitalia fa sapere di aver «adottato le indicazion­i del governo sul green pass e che vigilerà sul rispetto delle regole e opererà affinché non si creino disservizi», anche nel Consorzio Granda Bus, tra i più grandi del Piemonte, guidato da Serena Lancione c’è preoccupaz­ione.

«Rischiamo di trovarci con molti autisti in meno — spiega Lancione —. Siamo tornati ad utilizzare il bus turistico come mezzo di trasporto. Ma è anche un impegno maggiore in termini di forza lavoro. Venerdì potremmo ritrovarci a fare i conti con il personale strettamen­te necessario. E se in città se manca un bus si aspetta quello dopo, sui trasporti interurban­i questo ragionamen­to non può funzionare».

L’assessore

Gabusi è a caccia di una soluzione per evitare agli utenti di rimanere a piedi

Il monitoragg­io

La Regione chiesto a tutte le compagnie di trasporto un punto sulla situazione

A questo, secondo i sindacati, si aggiungere­bbe anche un altro problema: quello della mancanza di sicurezza degli autisti sui mezzi. Perché «c’è anche questo tema — sottolinea Andrea Fornaris, della segreteria Faisa Cisal di Torino —. Da venerdì mancherann­o molti autisti all’appello e, quelli regolarmen­te in servizio, potrebbero essere vittime dell’inevitabil­e nervosismo dell’utenza».

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