Corriere Torino

Un tema porta alla luce un episodio di bullismo

- S. Lor.

Èfinita a processo con l’accusa di stalking per «non aver impedito», nonostante ne «avesse l’obbligo giuridico», che un ragazzino disabile venisse bullizzato da un compagno di classe. Ieri la docente, un’insegnante di potenziame­nto di una scuola media torinese, è stata assolta: per i giudici «il fatto non sussiste». A portare alla luce gli episodi di bullismo erano stati i compagni della vittima. A lungo avevano taciuto perché intimoriti dal bullo, ma un giorno di maggio del 2016 avevano svelato quanto accadeva nell’intervallo. È stato un tema in classe, che li invitava a riflettere sulle disuguagli­anze, a spingerli a confessare. «Non è vero che siamo tutti uguali, qualcuno si approfitta di altri», ha scritto uno di loro nel tema. E così si è scoperto che un ragazzino disabile veniva sistematic­amente preso di mira: sputi, schiaffi, pizzicotti e umiliazion­i come avvicinare la testa della vittima ai propri genitali. L’alunno aveva un insegnante di sostegno che avrebbe dovuto vigilare. Il docente ha patteggiat­o una condanna a un anno, dopo che gli studenti avevano raccontato di essersi spesso ritrovati da soli con il compagno disabile e il bullo. Diversa la posizione della docente di potenziame­nto. La donna era appena stata assunta e avrebbe dovuto affiancare l’insegnante di sostegno per 18 ore settimanal­i nell’ambito di un progetto sulla legalità. Da qui le accuse del pm, che aveva chiesto per lei una condanna a un anno e sei mesi. Ora il verdetto assolutori­o dei giudici. L’avvocato Calogero Meli, che difende la donna: «La mia cliente mi ha chiamato in lacrime dicendo che non poteva crederci. Questa è una sentenza giusta che le ha ridato dignità».

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