«Nessuna mala gestione, Rear riparte più forte e punta al Giubileo 2025»
Munafò, presidente della coop di servizi museali e vigilanza, parla delle strategie di sviluppo dopo 4 mesi di commissariamento
«Rear non si è mai fermata. Ha acquisito nuovi lavori importanti, dal Colosseo all’accademia di Francia, fino alla digitalizzazione dei documenti della Biennale di Venezia, ha incrementato il numero di soci, con 129 nuovi ingressi e 79 nuovi dipendenti, e soprattutto non ha mai perso clienti». A parlare è Tony Munafò, presidente della coooperativa Rear, di cui è socio anche il deputato PD Mauro Laus, al termine del periodo di 4 mesi di commissariamento, avviato anche a seguito delle inchieste della Procura di Torino. Il Commissario governativo Francesco Cappello, dopo una due diligence approfondita richiesta dall’autorità di Vigilanza, ha escluso situazioni di “mala gestione” confermando - su sua stessa proposta - 3 membri del CDA su 5, tra questi anche il presidente Munafò. I due nuovi consiglieri sono Vladimiro Rambaldi, presidente del Comitato Torino Finanza, e Giancarlo Girolami, ex presidente del Tribunale di Asti. «Ripartiamo convinti di aver svolto il nostro lavoro nella massima correttezza, rispettando i principi della mutualità prevalente che sono propri di una cooperativa. Ed è una convinzione corroborata dalla conferma dei vertici del Cda da parte del Commissario. La due diligence ha verificato a fondo la nostra attività, offrendoci anche sconsigli preziosi per migliorare», spiega Munafò.
Presidente Munafò, il Commissario ha espresso alcuni rilievi. Seguirete le indicazioni?
«Ci sono diversi suggerimenti nella due diligence Ma non c’è obbligatorietà. Tuttavia abbiamo intenzione di seguire alcuni utili consigli, dall’adozione del codice etico a una più forte spinta alla managerializzazione. Rear è diventata una realtà da 40 milioni di fatturato e 1.600 dipendenti, di cui quasi 1.000 in Piemonte, è normale che debba evolversi anche nella gestione».
Nella relazione finale c’è anche un invito del Commissario ad aumentare i compensi del 40% degli amministratori. Lo farete?
«Non diventeremo certo ricchi. Si tratta di un aumento del gettone di presenza del gettone annuale degli amministratori, 140 mila euro - lordi - da dividere tra tutti. Il Commissario ha rilevato che gli emolumenti del Cda erano fermi da 20 anni. Ma questo suggerimento conferma che una volta di più che non c’è stata mala gestione delle risorse, anzi, la nostra priorità è sempre stata quella di mantenere sani i conti nell’interesse dei soci e».
Aumenterete lo stipendio anche ai collaboratori?
«La verità è che i dipendenti di Rear guadagnano di più rispetto alla media nazionale prevista dai contratti collettivi. Non ci sono problematiche su quel fronte, anche se l’obiettivo resta quello che di garantire sempre più occupazione e condizioni migliori di lavoro a chi collabora con noi».
Continuate a crescere: cominciate a dare a fastidio a qualcuno, vincendo tutti questi appalti?
«La competizione sul mercato fa parte del gioco. C’è chi vince e chi perde, inevitabile forse suscitare qualche gelosia, e questa potrebbe essere una chiave di lettura di certi rumors del passato. Ma ci è sempre piaciuto essere misurati per il nostro lavoro: recentemente abbiamo preso appalti importanti, come il Colosseo, la Biennale di Venezia, servizi per i musei di Firenze. Siamo diventati una cooperativa grande e strutturata, questi sono i fatti, il resto sono solo chiacchere».
Tra i rilievi del commissario ci sono anche finanziamenti in alcune attività non strategiche della Coop.
«Il Commissario ha confermato in modo inequivoco che siamo una cooperativa a mutualità prevalente. Abbiamo finanziato alcune operazioni come un capannone industriale a Grugliasco e altre attività solo al fine di creare sviluppo e occupazione per i soci, peraltro sono tutti crediti che andremo a recuperare. Rear resta solida nei conti e non ha mai compiuto operazioni azzardate: il nostro scopo è stato sempre espanderci per creare occasioni di lavoro, e i numeri ci danno ragione».
Finisce il commissariamento, ma resta - per ora aperto un fascicolo della Procura di Torino.
«Rispettiamo totalmente il lavoro delle istituzioni, e in virtù di questo non abbiamo mai preso la parola, mai sollevato alcuna polemica, né durante l’inchiesta né durante il commissariamento. E non lo faremo ora. Possiamo solo augurarci che la relazione positiva del Commissario possa contribuire a chiudere presto anche quella vicenda. Adesso ciò che vogliamo fare e guardare avanti, faremo le gare per il Salone del Mobile di Milano e si avvicina il Giubileo: c’è molto lavoro all’orizzonte, dobbiamo rimboccarci le maniche e darci da fare».
❠ Governance Abbiamo lavorato nella massima correttezza, infatti il Commissario ha confermato i vertici
❠ Le prossime gare Puntiamo al Salone del Mobile e al Giubileo Vogliamo guardare avanti e darci da fare