Juve, gerarchie in bilico
Imbarazzo della scelta per Allegri, chiamato a individuare il partner di Vlahovic in vista della trasferta di Lecce: avanti con Yildiz, oppure tocca a Chiesa? La concorrenza stimola
Chi accanto a Vlahovic? Opportunità e dualismi. All’alba della scorsa stagione, Allegri aveva trovato in Milik il partner ideale del bomber serbo. Oggi è tutta un’altra Juve, per spirito e risultati, ma quasi identica negli interpreti, se è vero che, per l’annata del riscatto, il reparto offensivo è stato fondato su Vlahovic, Chiesa, Milik e Kean. Il quasi è dovuto all’addio di Di Maria ma soprattutto dall’esplosione fragorosa di Yildiz, il gioiello che sta facendo impazzire il mondo bianconero.
Kenan ha compiuto il salto in alto dalla Juve Next Gen alla prima squadra, ha avuto subito occasione di assaggiare la serie A in qualche spezzone di gara ad inizio campionato. Poi, alla prima chance da titolare, si è preso il palcoscenico. La magia di Frosinone, prima di Natale, ha alzato il sipario su questo ragazzo di diciotto anni dal talento sconfinato
È Yildiz la variabile inattesa nella corsa scudetto: in discussione oggi posizioni che sembravano inattaccabili
che continua a sorprendere e a bruciare le tappe. Lo ha fatto con la Nazionale turca, con la rete all’esordio dal primo minuto contro la Germania. Si è ripetuto, appunto, nel suo club segnando al Frosinone e ripetendosi con la Salernitana e lo stesso Frosinone in Coppa Italia. È lui il volto nuovo, la variabile inattesa che la Juve aggiunge alla corsa scudetto e che sta mettendo in discussione gerarchie che sembravano consolidate.
Tra i tifosi l’interrogativo è uno: come si può tenere fuori Kenan? La domanda investe direttamente Allegri che, come risposta, l’ha schierato titolare in cinque delle ultime sei gare, non solo per ovviare alle assenze; in queste sei partite ha segnato tre gol, festeggiandoli con la linguaccia «alla Del Piero». Ecco, il primo pensiero del popolo juventino ammirando le gesta di Yildiz
corre proprio ad Alex. Pure il capitano aveva debuttato diciottenne in bianconero: era il 12 settembre 1993 (contro il Foggia), era la Juve di Roberto Baggio, e Del Piero iniziò la corsa che lo avrebbe portato a diventare uno dei più grandi di sempre; cinque gol in 14 presenze nella stagione d’esordio. Vietato eccedere con i paragoni, certo, ma la traiettoria di Yildiz sembra essere molto simile, tanto che ormai si gioca il posto da titolare con Chiesa, il miglior attaccante italiano, e con Milik. Allegri sorride, perché l’abbondanza di scelte significa opportunità e perché i sani dualismi fanno crescere la competitività nel gruppo. Domenica sera a Lecce, dove rientreranno Gatti e Mckennie, si riproporrà il quesito: chi accanto a Vlahovic?