Corriere Torino

Octavio, storico campione di ciclismo Dall’argentina a Settimo, quante vittorie

- di Gianluca Sartori Gianluca Sartori

Octavio Dazzan, campione di ciclismo che aveva scelto il Torinese come sua terra d’adozione, è mancato all’improvviso a soli 66 anni. Ha vinto moltissimo sulle due ruote: fu tre volte campione europeo su pista nella velocità, mentre ai campionati del mondo fu oro a Losanna in Svizzera nella velocità, tre volte medaglia d’argento nel keirin, e una volta argento e due volte bronzo sempre nella velocità. Finita la carriera era rimasto nel mondo delle bici, come dirigente di squadre giovanili e come commercian­te: era suo lo storico negozio «Biciclette Dazzan» di Settimo.

Octavio era nato a Buenos Aires nel 1958 da genitori italiani emigrati in Argentina per cercare fortuna. La passione per il ciclismo gli era stata trasmessa dal padre Luigi, originario del Friuli, che aveva un negozio di biciclette e introdusse il figlio all’agonismo. Octavio iniziò la sua carriera con i colori dell’albicelest­e conquistan­do il titolo mondiale Juniores di velocità nel 1975. Era un prodigio della velocità e i giornali celebravan­o il suo talento. Ma la situazione in Argentina era difficile dopo il colpo di stato del 1976. Così papà Luigi, che aveva buoni rapporti con la Federazion­e italiana, ha ripreso i contatti con la sua nazione di origine. Octavio è stato accolto a braccia aperte e ha scelto Torino per la presenza del Motovelodr­omo di corso Casale. L’obiettivo era l’olimpiade di Mosca 1980, ma complici alcuni problemi tecnici finì ottavo nella finale di velocità. Octavio è poi passato al profession­ismo vincendo molti titoli su strada e su pista, in Italia e all’estero. Poi, nel 1982, si è stabilito a Settimo: qui ha sposato la moglie Nadia e ha avuto due figli, Vanessa e Davide, anche lui ciclista. «Se n’è andato un grande sportivo, che ha fatto la storia dello sport a Settimo», ha detto Daniele Volpatto, assessore della città. «Da lassù il tuo sguardo sarà capace di accompagna­re sicurament­e le giovani leve ad emergere insieme al nostro Fabio Felline con il quale avevi un legame particolar­e», è il ricordo del Motovelodr­omo di Torino.

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