«Mai processato l’anarchia o il dissenso, dai pm inchieste su episodi specifici e violenti»
L’ex Pg Saluzzo: «La Procura non indirizza le indagini»
Francesco Saluzzo, magistrato per oltre 46 anni, gli ultimi sette da Procuratore generale, che idea s’è fatto delle polemiche sul modus operandi della Procura nelle indagini sull’antagonismo?
«Sono un po’ disorientato, ma sono d’accordo con Gian Carlo Caselli, e non perché sia anche lui magistrato: ma perché non c’è mai stato un processo per colpire l’area del dissenso in quanto tale».
È stata citata l’inchiesta Scripta Manent: che ne pensa?
«Che è nata sulla scia di una serie di episodi specifici molto gravi: ordigni e lettere esplosive, il ferimento di Adinolfi; e l’ipotesi dell’esistenza di un’organizzazione. E si è andati a verificare se questa avesse finalità eversive o anti statali; o se commettesse dei reati, appunto».
La giudice Giulia Locati, di Magistratura democratica, ha detto che «sostanzialmente» si è processato tutto il mondo anarchico torinese: cosa risponde?
«Guardi, l’idea anarchica esiste da circa 140 anni e, al di là di periodo bui per la democrazia, mai nessuno è stato processato per il solo fatto di essere anarchico».
Si è parlato anche del rischio di «processi calderone», dove si finisce per mettere alla sbarra «un fenomeno», e non singoli fatti.
«Negli anni la Procura di Torino è stata diretta da Caselli e Spataro, due magistrati di primissimo ordine ed esponenti della sinistra giudiziaria: lei si riesce a immaginare una deriva “politica” diretta da due colleghi di un’area ispirata alla non perseguibilità delle idee e alla tutela del dissenso? Anche il solo sospettarlo mi pare davvero uno strafalcione storico e giuridicoprocessuale ».
Altra critica: contestare reati associativi da criminalità organizzata, in funzione delle misure cautelari.
«Quando si avvia un’indagini, su fatti che hai accertato, gli si dà una veste giuridica: dopodiché, ci si dimentica sempre che le misure cautelari le decidono dei giudici, non il pubblico ministero».
Quindi?
«Magari piacciono solo i giudici che non danno misure cautelari?».
La giudice sostiene che l’organizzazione della Procura (con un pool dedicato anche ai reati legati al conflitto sociale) può indirizzare le indagini.
«Dice una cosa sbagliata e infondata. Quando la Procura nazionale antimafia iniziò ad occuparsi di antiterrorismo, nelle Dda si dovettero creare strutture simili, per affrontare terrorismo, appunto, ed eversione (anche se a Torino sono rimaste separate). Premesso che i gruppi di lavoro sono definiti dal documento programmatico del Procuratore, è ovvio che all’interno del gruppo che si occupa di «terrorismo ed eversione» vadano a confluire quei fatti, di destra o di sinistra, nei quali si agisce non per finalità di lucro, ma per ragioni ideologiche, diciamo».
È l’unica soluzione?
«Questo tipo di reati, se si guarda bene, non appartengono alla competenza di nessun altro gruppo: mi sembra una logica organizzativa chiara e trasparente».
Spesso i difensori ripetono: «così tanti processi sull’antagonismo si fanno solo a Torino». Cosa ribatte?
«Che Torino, per l’attività di alcuni centri sociali e movimenti antagonisti, è abbastanza un unicum. Detto ciò, anche nell’area del dissenso minore, da Askatasuna al movimento No Tav, le inchieste e i processi hanno riguardato solo e sempre episodi di violenza o comportamenti organizzati e volti a impedire che lo Stato esercitasse le sue attività e le sue prerogative. Nessuno ha mai messo sotto inchiesta episodi di manifestazione o protesta pacifici».
Un magistrato deve essere imparziale o anche apparire tale?
«La domanda vera è questa: un magistrato ha la stessa libertà di comportamento di un cittadino qualunque? Secondo me, no. Il canale per il dissenso non può essere andare a una manifestazione, ma consiste nello scrivere articoli scientifici o negli atti, come sollevare la questione di costituzionalità. Noi, dei limiti in più rispetto ai cittadini, ce li abbiamo».
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Giudici imparziali Un giudice deve anche apparire imparziale: rispetto ai cittadini, ha dei limiti in più