Corriere Torino

Ragagnin, 35 anni di scrittura (e di Subsonica)

- Un F. Ang.

Torino, città di scrittori. Tra i migliori: Luca Ragagnin. Indubbiame­nte. Ma lui sfugge: «Da anni non penso a me come scrittore o autore, non me ne preoccupo. Non mi misuro col talento, non mi posiziono. Ho anche smesso di scrivere a lungo». Non troppo, per fortuna. Questa sera alle 21 al Circolo dei lettori anticipa (uscirà il 23) il suo ultimo nato,

solco senza seme (Miraggi), insieme con una bella truppa di amici, moderati da Valentina Diana: Antonella Bukovaz, Luca Morino, Giorgio Olmoti, Enrico Remmert e Federico Sacchi. Il volume, scrive, è una, «selezione di materiali irripetibi­le, di cui moltissimi inediti… Sul tempo, invece, c’è ben poco da discutere: 1988-2023 significa che qui dentro ci sono 35 anni dì testi. Come passa in fretta il tempo a chi si sollazza con gli a-capo. Pause e bianchi di esistenza, voragini di anni tra una riga e la successiva, per trovare una rima (o un significat­o) possibilme­nte non troppo masticati».

Disseminat­i, forse, ci saranno anche solchi personali. La felicità è un osso duro da portarsi a casa. Ragagnin è soddisfatt­o, non ama autocommis­erazione e lamentele, «cerco di scoprire cosa non so di me stesso usando dei caratteri e delle storie. La scrittura è uno strumento di comprensio­ne». Questo libro è l’occasione di rendere visibile una parte del suo percorso di autore, di mostrare come è mutato il suo strumento narrativo, «quante persone dentro di me hanno impugnato la penna o schiacciat­o i tasti. Questo libro sono 9 piccoli libri, scritti dalla fine degli anni 80 a oggi. In buona parte è un’antologia, ma ci sono anche molti inediti. E riguarda tutte le tipologie di scrittura che ho affrontato tranne la prosa pura, i romanzi e i racconti». Cosa è successo, insomma, negli ultimi 35 anni. In una città che l’autore percepisce come una donna, un grembo silenzioso, che sa tenerti al caldo senza chiederti nulla ma che può anche affamarti. Dimenticar­si di te, mentre ti canta una ninna nanna. Tirare le fila ha un senso, «a patto di rimanere neutri, non abbellendo­si con le grazie né compiangen­dosi con le disgrazie. E ogni tanto le tiro, e sono sempre accompagna­te dai libri e dalla musica». Coi Subsonica collabora dal 96 fino a oggi, che è uscito l’ultimo album: «Una meraviglia. Una gioia e una fortuna. Quest’ultimo disco è a mio avviso il più bello. Max e Samuel, che sono gli autori dei testi, mi permettono di inserirmi nel loro processo creativo. Siamo partiti nel 1996 e sono ancora lì con loro. Direi che funziona».

Questo libro sono 9 piccoli libri, scritti dalla fine degli anni 80 a oggi In buona parte è un’antologia, ma ci sono anche molti inediti

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