«Toro, la sosta è amica»
Sorrentino: «Dieci giorni di pausa a metà stagione sono una gran cosa». Poi, promuove Milinkovic-savic: «Può piacere o non piacere, ma i numeri sono dalla sua parte»
Il 21 gennaio è una data importante nella vita di Stefano Sorrentino, che nel 2019 in questo giorno parò un rigore a Cristiano Ronaldo in uno Juventus-chievo, diventando l’unico a riuscire in un’impresa simile nella parentesi dell’asso portoghese in Italia. Esattamente un anno dopo, nel 2020, il portiere cresciuto nel Torino prese la decisione di appendere i guantoni al chiodo.
Sorrentino, il rigore parato a Ronaldo è il ricordo più bello della sua carriera?
«No, perché perdemmo la partita 3-0. Quella circostanza fa curriculum, ma le parate più belle sono sempre quelle che portano punti. Sono il terzo portiere della Serie A con più rigori parati, ma rimango più affezionato ad altri penalty neutralizzati che magari nessuno ricorda ma che sono risultati utili alle mie squadre».
Il 21 gennaio 2019 Sorrentino parò un rigore a CR7: fu l’unico a riuscirci nella parentesi italiana di Ronaldo
Cosa ricorda del giorno in cui smise di giocare a calcio?
«Stavo ragionando sull’offerta del Livorno, che ai tempi giocava in B. Però alcuni episodi mi fecero capire che a 40 anni compiuti era più giusto rimanere a Torino con le mie figlie. Di certo è vero che mi sarebbe piaciuto chiudere al Toro, il club che mi ha fatto diventare un portiere»
Che idea si è fatto della stagione di Milinkovic-savic, il portiere granata di oggi?
«Aveva bisogno di giocare, di sbagliare. Quella del Toro non è una piazza facile e lui, nel momento in cui è stato promosso titolare, non aveva praticamente esperienza alle spalle. Ha avuto bisogno di tempo per crescere, ma ora il Torino si ritrova un guardiano della porta efficace e i dieci
sono merito anche delle sue parate. Può piacere o non piacere, ma i numeri sono dalla sua parte, vedremo se sarà così anche a fine campionato».
Questa sosta anomala è un bene o un male per il Torino?
«Dieci giorni di pausa a metà stagione per poter lavorare con tutta la rosa, tranne il lungodegente Schuurs, sono una gran cosa, perché permettono al tecnico di fare degli approfondimenti tattici o dei richiami di preparazione atletica».
Poi Juric avrà 4 sfide contro squadre dietro in classifica. Può essere lo sprint europeo?
«Sulla carta sì ma ogni gara fa storia a sé. Il Toro deve stare attento, da ora in poi i punti contano il doppio, le squadre che devono salvarsi si arroccano in difesa e non ti fanno giocare. Spesso è più facile affrontare le big che, invece, ti affrontano a viso aperto».